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di FABRIZIO MARCHETTI UN PAREGGIO che non dispiace.

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Per agganciare l'Uefa servirà un'impresa in Francia ma l'obiettivo è un altro. Non inseguire chimere ma concretezze e un campionato tranquillo: si vede lontano un miglio che il progetto di Rossi è ancora un cantiere aperto. Le buone intenzioni però fanno presagire qualcosa d'interessante, da assecondare con innesti di qualità, mirati, soprattutto per blindare una difesa ancora poco ermetica. Segna Di Canio, pareggia Meite, il 3 agosto ci si proverà senza assilli, cercando di non perdere la faccia davanti ai più quotati marsigliesi. Ai nastri di partenza c'è la Lazio annunciata, quella senza Lequi e Rocchi. Al loro posto Sannibale e Muzzi, 4-4-2 mandato a memoria, stavolta davanti a un Olimpico che ha ritrovato almeno la voce e l'orgoglio della curva dopo la prima a porte chiuse. Il Marsiglia tiene in panchina la freccia Luyindula ma davanti ha un vasto assortimento di incursori. I francesi hanno più birra nelle gambe ma non sono lo spauracchio disegnato alla vigilia. La Lazio contrasta bene e ha un'idea di gioco, sa cosa fare quando deve ripartire. In avvio Meite e Oruma provano a insinuarsi tra le incertezze d'una retroguardia nuova di zecca, Cribari ci mette un po' a prendere le misure ai guizzanti colored avversari, che si alternano nei raid verso Sereni. Rimedia un giallo, poi si assesta, serra le fila con un Sannibale emozionato e prova anche a impostare. Lì in mezzo c'è Liverani che dispensa pillole di saggezza, Cesar sembra più in palla e regala qualche accelerazione apprezzabile, la manovra si intravede a sprazzi e non dispiace. Il Marsiglia non ha l'ardore, e neanche i numeri, per tenere schiacciata la Lazio, Belleri ci mette una toppa grande così quando Oruma sfugge a Sannibale, poi cala il sipario. I francesi tirano i remi in barca, quasi a voler speculare sull'atteggiamento avversario, i biancocelesti prendono quota e provano a offendere. Sui calci da fermo non domina più l'improvvisazione, Cribari è la torre designata. Prima Belleri prova a confermarsi bomber d'Intertoto con un altro inserimento, stavolta aereo, nell'area avversaria, poi Di Canio regala una perla d'assist per Muzzi che incoccia la sagoma del numero uno francese e fa gridare al rigore. Segue una mezza rissa in campo, con il legionario Di Canio pronto a sgomitare senza paura per farsi giustizia con gli scorbutici marsigliesi: capannello condito da ammonizione. L'idolo della Nord è il catalizzatore principale delle attenzioni generali e ricambia facendosi trovare pronto all'appuntamento con il vantaggio: punizione di Liverani, torre di Cribari, tap-in sotto misura, che fa esplodere di gioia i quindicimila dell'Olimpico. Un 1-0 pesante sul filo di lana d'un primo tempo che consegna l'immagine d'una Lazio solida e preparata. L'inizio della ripresa è ancor più convincente, Rossi annuisce, il Marsiglia per dieci minuti la partita se la guarda. Di Canio fa valere classe e tocco sopraffino, imbecca prima Manfredini con un lancio calibrato -tiro rimpallato dalla difesa-, poi lancia a occhi chiusi Muzzi, nella metà campo avversaria che a fine luglio, seppur deserta appare sconfinata. Il tentativo si esaurisce con un destro rasoterra. I francesi adesso non tengono più il campo, disorientati dall'organizzazione della Rossi-band. Peccato che in due minuti di black-out la Lazio si rimangi la dote: prima Sereni si oppone al colpo di testa ravvicinato di Beya, ma un minuto dopo capitola sul doppio tentativo Ismaila-Meite, veloce a ribadire in rete il fendente del compagno finito sul palo. Entrano Pandev e Tare e l'albanese si presenta timbrando un palo che grida vendetta. Finisce così, senza vittoria ma con un sorriso in più. La Lazio è sulla buona strada.

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