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di FABRIZIO MARCHETTI LA LAZIO cala il tris.

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Buona la prova dei tre nuovi acquisti, positiva l'intesa del tandem Rocchi-Di Canio, in vetrina Liverani, ispirato come ai bei tempi. I finlandesi sono poca cosa, non sfruttano neanche il fattore atletico, faticano a tenere testa ai più quotati avversari: ne esce fuori qualcosa che somiglia molto a un'amichevole (praticamente ininfluente il ritorno in programma sabato). La Lazio riesce a tirarne fuori il meglio, cioè un successo largo che regala entusiasmo e dà morale nella fase più dura della preparazione estiva. Il silenzio dell'Olimpico sembra quasi riflettere la diffidenza sul nuovo progetto tecnico: qualcuno s'è dato appuntamento fuori la Nord, all'interno dello stadio campeggia solo lo striscione «Irriducibili», il clima è tropicale. Eppure, potenza dell'Intertoto, la Lazio già riparte, stavolta all'inseguimento del sogno Uefa. Versione mascherata, anzi sperimentale, un mercato ancora in alto mare e tanti dubbi da fugare. Sono passati meno di due mesi dall'ultima all'Olimpico, sulla panchina Rossi ha raccolto il testimone da Papadopulo e qualche buona trama si vede. I primi venti minuti sono alla camomilla, servono a oliare i meccanismi. Il Tampere fa da sparring partner, anni luce distante da termini di paragone accettabili. La manovra biancoceleste lievita, Liverani prende in mano la bacchetta, dirige l'orchestra, i finlandesi, che si sono portati dietro la claque, si sciolgono come neve al sole quando Rocchi & company affondano i colpi e si cercano in verticale. I nuovi si trovano subito a loro agio, nel complesso c'è voglia ed entusiasmo. Poco prima della mezz'ora si aprono i giochi: Cesar dall'angolo, il neo-acquisto Belleri irrompe al volo e firma il vantaggio. Non passa neanche un minuto e un altro esordiente, il romano Firmani, sradica un pallone al lungagnone centrale dei verdi e telecomanda un cross calibrato per il destro al volo di Rocchi, indisturbato nel cuore dell'area, appena rientrato da una dubbia posizione di fuorigioco. Conclusione potente, raddoppio. Applausi. Si vedono, abbozzati, schemi e sovrapposizioni, tracce di prove tecniche da replicare al cospetto d'avversari più solidi. Rossi annuisce, anche se per testare la difesa, solo sfiorata dai velleitari tentativi avversari, bisognerà aspettare almeno il secondo turno d'Intertoto. Il primo tempo va in archivio senza altri sussulti, la ripresa invece si apre con il terzo sussulto, stavolta griffato Di Canio. Rocchi mette pressione alla difesa ospite, Sainio perde palla e l'idolo della Nord s'invola indisturbato verso la gloria, aggira anche il portiere e fa 3-0, sotto la sua Curva, deserta. Festa di gruppo, la gara finisce qui, la Lazio cala il ritmo, la stanchezza si fa sentire e il Tampere ne approfitta per rendere almeno più onorevole la resa. Sereni si mette in mostra con un paio di prese plastiche, Cribari cerca di affinare l'intesa con i compagni. Si chiude con i cambi: Muzzi al posto di Di Canio, Sannibale per il brasiliano che esce toccandosi il ginocchio «maledetto», quello del crociato operato a Udine. Infine Pandev per bomber Rocchi, il resto è accademia. Ora Rossi aspetta i veri acquisti: non è con la Lazio vista all'opera ieri che si può costruire il nuovo progetto tecnico. La società lavora per accontentarlo. Tra oltre un mese si farà sul serio. Davvero. Il 3-0 con il Tampere funziona però come un preludio incoraggiante.

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