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Sfuma il confronto tra passato e futuro del tennis moderno

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Al posto di Carlos Moya che allora aveva battuto David Nalbandian ci saranno Rafael Nadal e Guillermo Coria che tra l'altro erano stati i finalisti anche a Montecarlo tre settimane fa. D'altra parte è opportuno ricordare che in tabellone c'erano ben nove spagnoli e sei argentini a confermare come questi due paesi siano i maggiori produttori di specialisti della terra battuta. Anche se le due semifinali non hanno fornito sorprese il pubblico del Foro Italico, gremito come non accadeva da anni, ha visto due eccellenti partite. Non capita sempre di vedere tra due tennisti spagnoli un incontro piacevole e nemmeno noioso. Nadal, che già aveva dovuto lasciare un set al ceko Stepanek, comincia evidentemente ad avvertire la stanchezza e così ha dovuto faticare molto più del previsto per battere il connazionale David Ferrer contro il quale aveva vinto piuttosto facilmente sul cemento di Key Biscayne qualche settimana fa. In vantaggio per 4 a 2 Nadal ha perduto il primo set per 6-4. E' tornato in vantaggio di un break nel secondo ma è stato raggiunto nuovamente sul 4 pari prima di pareggiare il conto dei set. Le emozioni e le incertezze non erano finite perché Nadal ha avuto due match points sul 5 a 4 nel terzo set ma è comunque riuscito ad evitare i rischi di un tie-break vincendo per 7-5. Dopo le vittorie di Montecarlo e Barcellona sarebbe stato ragionevole per Nadal concedersi una sosta ma pare che il ragazzo abbia sempre fame di tennis e di successi. Infatti lo vedo nel tabellone di Amburgo (che comincia domani) ma non mi stupirei se all'ultimo momento si facesse convincere a rinunciare. Bisogna comunque fare i complimenti a Ferrer perché è stato merito suo se il derby spagnolo è risultato alla fine divertente oltre che equilibrato. Il pubblico, abbastanza diviso nella prima semifinale, si è schierato subito con Agassi nella seconda. Quando un campione si avvicina al ritiro il pubblico cerca di convincerlo a restare e gli manifesta una simpatia che magari gli aveva negato da giovane. Agassi doveva giocare tre colpi vincenti per ottenere un solo punto perché Coria gli rimandava tutto costringendolo a prendere rischi pazzeschi. Dopo un break per parte all'avvio, Coria si staccava sul 5 a 3 ma Agassi lo raggiungeva sul 5 pari prima di perdere però a zero il servizio successivo, senza dare la sensazione di poter replicare ai precisi colpi dell'avversario. Coria conquistava così il primo set per 7-5 e quando Agassi cedeva nuovamente la battuta nel primo game del secondo set la partita sembrava virtualmente finita. Invece Agassi riusciva incredibilmente a comandare ancora il gioco, giocava alcuni games da favola e si portava sul 5 a 2, alimentando speranze che sembravano ridotte davvero a lumicino. Sul 5 a 4 arrivava a due punti dal set ma era raggiunto sul 5 pari. Tornava in vantaggio per 6 a 5 ma ormai aveva speso tutto perché perdeva ben undici punti consecutivi compresi i sette del tie-break. Come ho detto la finale di oggi è la stessa di Montecarlo. È la terza volta che i due tornei avranno la stessa finale ed è curioso notare come nei due precedenti (1990 Chesnokov e Muster, 1997 Corretja e Rios) chi ha vinto nel Principato ha perso a Roma: un dato che fa almeno riflettere. Non è questa comunque la ragione per la quale se fossi costretto a scommettere punterei oggi su Coria che arriva alla finale probabilmente in migliori condizioni fisiche.

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