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di MARCO GRASSI CHISSÀ quanti, in vita sua, lo avranno chiamato Burt, ...

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Ma ora il giovane australiano Lancaster, 25 anni compiuti a novembre, potrà orgogliosamente rivendicare un'impresa che gli eviterà probabilmente nuovi scambi di persona. Il corridore della Panaria ha infatti vinto ieri sera il cronoprologo del Giro, conquistando anche la prima maglia rosa dell'edizione numero 88 della più importante corsa italiana. Lancaster ha percorso il chilometro e 150 metri della brevissima cronometro con il tempo di 1'20"958. Ha beffato di pochissimo Matteo Tosatto, compagno di squadra di Petacchi e componente del treno Fassa Bortolo che da oggi in poi piloterà il velocista spezzino nelle volate. A proposito di Ale Jet: grande la sua prova. Aveva promesso di impegnarsi al massimo per ottenere un risultato di rilievo sin dal primo giorno, e Petacchi ha fatto di tutto per mantenere la parola data. Terzo all'arrivo, un solo secondo lo separa dal simbolo del primato, che potrà però inseguire agevolmente nei prossimi giorni. L'inconsueta prova di apertura ha vissuto un finale molto bello, con Cipollini tutto inguainato in una calzamaglia rosa (istoriata dall'elenco delle 42 tappe vinte da Re Leone al Giro) che ha fatto una passerella trionfale sul chilometro reggino. A stento, a prova conclusa, SuperMario è riuscito a trattenere le lacrime. Commentare questo cronoprologo miniaturizzato è come parlare di bob, sport nel quale tra il vincere una medaglia e l'arrivare ultimo passa una questione di pochi millesimi di secondo. Troppo equivalenti i valori in campo, e troppo poco selettivo il percorso, per tentare un'analisi seria evitando di essere sbugiardati dalla sera alla mattina. Ci si può tutt'al più appoggiare a qualche preesistente sensazione e verificare se i numeri l'avvalorano o se la smentiscono; ma giusto come gioco, perché davvero quel che abbiamo visto a Reggio Calabria non è neanche una parte di verità, ma una realtà a sé stante, contestualizzata in quella situazione del tutto particolare. Il cronoprologo vive una vita propria e si è consumato nello spazio di una serata, mentre il vero Giro parte oggi e già tra una sola settimana ci sarà difficile ricordare se sul lungomare Falcomatà Basso aveva perso 2" da Cunego o se li aveva guadagnati. Andiamo per sensazioni, allora. Che Cunego fosse in un momento particolarmente brillante ce lo aveva detto già il Giro di Romandia, in cui il campioncino veronese aveva vinto una tappa, chiuso al secondo posto in classifica generale e soprattutto impressionato positivamente nella crono di chiusura. Ieri, tra tutti gli uomini di classifica, il biondo di Cerro Veronese è stato quasi il migliore. Questo non vuol dire che sia diventato cronoman tutto in una volta, ma semplicemente che sta bene e che ha messo a frutto la sua brillantezza e anche la sua velocità. Cunego ha chiuso la prova in 1'24" (il conto dei centesimi ve lo risparmiamo). Gli altri concorrenti per la vittoria finale: Savoldelli 1'21", Basso 1'26", Simoni 1'28", Sella 1'29", Garzelli 1'26", Honchar 1'28", Scarponi 1'25", Caucchioli 1'26, Bertagnolli 1'23". Come si nota a occhio nudo, i distacchi sono molto risicati, e potrebbero essere annullati da un qualsiasi abbuono. Per qualche verità un po' più attendibile, rimandiamo ai prossimi giorni.

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