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La Crv adesso pensa all'Italia

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Piccoli ritocchi estetici e un «cuore» tutto nuovo: lo spettacolare 2.2 i-CTDi

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2i-CTDi». Questo propulsore ha indubbiamente successo, in un mercato italiano che privilegia il diesel in quantità sempre crescente, in media prossimo a raggiungere medie, sugli acquisti totali, del 75%. Honda ha un passo da alpino, lento ma inesorabile, ha macinato 3.160.000 automobili, esportandole in tutto il mondo. Il colosso giapponese ne ha prodotte all'estero poco meno di 2.000.000 di unità, ma un dato fa riflettere: in Europa ha un solo stabilimento a Swindon (GB) che ha prodotto 193.000 autoveicoli, mentre Toyota e Nissan hanno impianti ben più importanti, con una previsione di incrementi notevoli per il prossimo futuro. Per Toyota oltre a Valenciennes (Francia) in cui nascono le Yaris, entra in attività nella Repubblica Ceca lo stabilimento di Kolìn, che da marzo sfornerà la baby-Toyata Aygo, prodotta unitamente a Citroen C1 e Peugeot 107. Un'analisi che continua ad alimentare ipotesi, per ora sempre smentite, di un interesse potenziale ad entrare nel mondo Fiat, che sanerebbe questo squilibrio, ampliando la Rete commerciale e apportando il suo patrimonio di piccoli diesel, particolarmente apprezzati dal mercato. La CR-V, nata nel 1995, disponendo solo del motore a benzina di 2.0 litri, era poco competitiva tra i SUV concorrenti più agguerriti, tra cui Land Rover Freelander, Toyota RAV, Nissan Terrano. Eppure, a partire dal 1997, anno di commercializzazione nel nostro paese, ne sono state vendute 22.400. La CRV ha subito ritocchi marginali alla carrozzeria ed aggiornamenti estetici di contorno ai paraurti, all'arredamento interno, alla fanaleria, ma dove appare trasformata è nel modo di viaggiare, con un propulsore che sa sfruttare le sei marce del cambio (per ora solo manuale) in modo esemplare, con riprese elastiche a partire da 100 Km/h (2000 giri in quinta) senza né vibrazioni né rifiuti per insofferenza. Il propulsore, rispondente alle norme Euro4 anche senza l'uso di un catalizzatore per l'eliminazione delle polveri sottili, è interamente in alluminio, persino i cilindri sono costruiti con una lega di alluminio e magnesio, quindi ha parti in movimento più leggere dei suoi concorrenti, vibrando meno. Per di più, due alberi controruotanti, posti nel basamento, smorzano le ruvidezze di funzionamento dovute alla natura stessa del diesel. Difficilmente si riconosce che sotto il cofano non c'è un motore e benzina. La trasmissione integrale della CR-V, contrariamente a quanto avviene per la maggioranza dei suoi concorrenti diretti, non dipende da centraline elettroniche, ma da un sistema idraulico che, quando i due assi manifestano una differenza di numero di giri (in pratica quando una ruota slitta sul terreno) preme una frizione che rende solidali, parzialmente o totalmente, i due assali. «Quando serve e quanto serve», così si può definire l'intervento della trasmissione Honda. Nessun intervento del guidatore, una caratteristica che piace soprattutto alle donne, grande porzione di mercato per questo modello. Ottime le prestazioni: 180 Km/h di velocità massima, accelerazione 0-100 Km/h in 10,5 secondi, consumo medio dell'ordine di 7 litri ogni 100 chilometri. Valori interessanti per un modello che pesa in ordine di marcia 1,6 tonnellate ed ha una carrozzeria di mt 4,63, larga mt 1,78 e alta da terra mt 1,70.

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