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dall'inviato TIZIANO CARMELLINI SIENA — La Roma è ai quarti di finale di Coppa Italia.

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Quasi tre ore per conquistare una qualificazione che il campo imponeva, al termine di un pomeriggio da incubo con la partita interrotta per settanta minuti a causa dei fumogeni lanciati dai tifosi giallorossi. Pseudo-tifosi che, non soddisfatti, hanno insultato, sputato e lanciato oggetti contro capitan Totti andato lì sotto a chiudere calma al termine di una scena già vista in campionato ma che evidentemente non aveva insegnato nulla a nessuno: e ora il capitano, tradito nell'onore e nell'orgoglio, minaccia di lasciare la Roma. Complimenti! In campo, a giocare al calcio, una sola squadra: la Roma. Cinque a uno, fin troppo facile, sporcato da scena da girone dantesco con Morganti mascherato da Caronte e un secondo tempo da Caterpillar. Sblocca Dellas, poi giro completo del tridente giallorosso (segnano nell'ordine Totti, Cassano e Montella) e primo gol con la maglia giallorossa del giovane Corvia: praticamente perfetto. Al via una sola novità per la Roma di Del Neri. Non c'è De Rossi, che nella rifinitura del giorno prima s'era bloccato per un problema muscolare e al suo posto gioca D'Agostino. Per il resto è la solita Roma che, con il 3-4-3 visto finora, non fatica a pendere in mano le redini della gara. Non a caso al primo affondo vero la squadra di Del Neri passa. Gran punizione di un ritrovato D'Agostino, Dellas fa valere la sua stazza in area e nel gruppone davanti a Manninger svetta la testa del greco che incorna rete. Fa uno a zero e Roma che si rovescia in avanti. Al 28' l'unico intervento di Zotti nella prima parte di gara: bravo il portiere giallorosso su Pecchia che spara a rete mal coperto da Cufrè. Dopo trenta secondi il primo di una serie di episodi che condizionerà la serata. Morganti è costretto a interrompere la gara (in realtà solo per una manciata di secondi), perché i fumogeni lanciati dai tifosi giallorossi accecano la gara. Quando il gioco riprende ancora una gran palla di D'Agostino (34') che mette in porta Cassano. Il barese però, invece di tirare, prova a servire Montella che non arriva sul pallone con la coordinazione giusta per battere a rete. Nel minuto successivo succede tutto e di più. Totti realizza il gol che manda in orbita la Roma, al termine di un'azione corale e un gran velo di Mancini, ma Morganti non fa riprendere il gioco. I fumogeni dei romanisti, miscelati a un'umidità dal val Padana, costringono il fischietto ascolano ad interrompere nuovamente la partita. Seguono scene da girone dantesco. Visibilità equivalente allo zero, con i giocatori che spuntano dal prato come pedine di un Subbuteo imbiancato da una neve irreale. Totti, il capitano della Roma, va fin sotto la curva: chiede calma, cervello. Macchè, viene investito da una valanga di oggetti, insulti, sputi. Alza le spalle incredulo come dire «questi so' matti», proprio lui che col pubblico di Roma ha un feeling indelebile e che resta l'unico simbolo di questa squadra. L'unica bandiera. A fine gara paleserà tutto il suo dissapore e adesso chiedergli di rimanere sarà ancora più duro. Settanta minuti dopo, complice una leggera brezza, si riparte. Il cronometro dice che ci sono da giocare ancora dieci minuti della prima frazione. La Roma rientra meno concentrata, fredda nelle gambe e nella testa e subisce la reazione del Siena. Anche Morganti rientra in campo forse condizionato dal comportamento dei tifosi: annulla un gol per fuorigioco dubbio di Montella e concede ai padroni di casa in rigore generoso per un fallo di mano di Totti in contrasto aereo su Maccarone. Proprio il neo-acquisto bianconero realizza il gol del 2-1 che manda le squadre, finalmente, nello spogliatoio. Con cinque minuti d'anticipo sul tradizionale quarto d'ora di riposo, le due squadre rientrano in campo per giocare il secondo tempo di una partita infinita. La Roma ha il coltello tra i denti,

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