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GIGI CASIRAGHI RACCONTA LA SUA ESPERIENZA CON MAIFREDI

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Il tecnico di Lograto si mette in evidenza vincendo il campionato di serie B nel campionato 87-88: il Bologna mette in fila tutte le altre pretendenti alla massima serie guidando il campionato dall'inizio alla fine. Il successo fa il paio con quello ottenuto l'anno precedente in serie C/2 sulla panchina dell'Ospitaletto. Il gioco delle sue formazioni è spumeggiante, il suo calcio è redditizio e divertente. Nella prima stagione in serie A Maifredi centra comodamente la salvezza, nella seconda arriva addirittura la qualificazione in coppa Uefa. La nuova Juventus di Montezemolo decide di puntare sull'allenatore emergente che sotto la Mole non riesce a ripetere i risultati esaltanti delle stagioni precedenti. Dopo 29 anni i bianconeri non riescono a raggiungere neppure la qualificazione in coppa Uefa: il cambio in panchina è una conseguenza scontata. C'è ancora Bologna nel destino di Maifredi, ma nel frattempo la squadra è scivolata nuovamente in serie B. Undici partite sulla panchina emiliana, poi l'esonero: le bollicine del calcio champagne sono svanite. L'anno seguente al Genoa i risultati non migliorano: prende la panchina in corsa e sempre in corsa scende dallo stesso treno. La stessa situazione si ripropone delle successive esperienze alla guida di Venezia, Brescia e Pescara. Il tecnico valica le frontiere per approdare in Turchia. Cambia il paese ma non la sorte: l'esperienza all'Esperances è negativa così come quella in Spagna alla guida dell'Albacete dove si dimette dopo 33 giornate di campionato. Gigi Casiraghi - ex centravanti laziale - ricorda con piacere quella stagione juventina e quel tecnico tanto innovativo. «E' una persona estroversa, divertente, che sa dare le giuste motivazioni al gruppo - afferma l'ex ariete biancoceleste - è un allenatore che cura molto i rapporti interpersonali, capisce qual è il momento giusto in cui scherzare e quello in cui è necessario spingere sull'acceleratore, sa dare ai suoi giocatori gli stimoli giusti».

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