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Il principe MONACO

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IL COMMENTO

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E d'incanto la giornata si colora dell'azzurro di casa, prende un sapore particolare. È vero, siamo tutti tifosi della Ferrari, ma siamo soprattutto italiani. E l'emozione che si fa strada, con Jarno inquadrato dalle telecamere al momento dell'inno nazionale. Erano ventidue anni che un pilota italiano non vinceva sulle strade del Principato, dai tempi di Riccardo Patrese. Ma non solo. Ieri a Montecarlo l'abruzzese ha confezionato la sua prima vittoria in Formula Uno. È lui il Principe di Monaco, il ragazzo dalla faccia pulita che ieri è entrata di prepotenza nelle nostre case. Il volto rigato dalle lacrime, un sogno cullato da una vita e materializzatosi nella gara più difficile, sul tracciato più bello del circo della Formula Uno, quello di Montecarlo. Il giorno prima la pole (la prima in carriera), ieri una gara dominata fin dalla partenza. Una gara perfetta, che esalta i valori del made in Italy, che esalta le doti di un pilota che ha lavorato nell'ombra, che ha saputo attendere il momento giusto per entrare nella storia. E che momento. Montecarlo, nel giorno in cui finalmente il Circo della Formula Uno ritrova interesse e passioni che sembravano perdute, dopo la noia delle prime cinque corse, dominate da quel «cannibale» di Michael Schumacher. Il re stavolta non partecipa alla festa. Brutte qualifiche poi, una gara d'attesa nell'errore altrui perché a Montecarlo i sorpassi sono rarità, prima del botto con Montoya, con il colombiano che spinge fuori il campione proprio nel momento in cui il finale di gara sembrava concedere al tedesco la possibilità di salire sul secondo gradino del podio. A Montecarlo stavolta ha vinto il migliore, ha vinto non solo la macchina, ma soprattutto ha vinto il pilota. Nervi saldi, tenuta coraggiosa ma mai spocchiosa per tutta la gara. Non come il compagno di scuderia Alonso, finito contro le barriere di protezione come un principiante. Jarno ha dimostrato non solo di essere un grande pilota, ma soprattutto di avere tanto di quel carattere da poter continuare a volare alto. Montecarlo il punto di partenza dal quale costruire nuovi successi. È il trionfo del made in Italy, con Flavio Briatore e Jarno Trulli, indelebili punti di riferimento di una Renault che adesso sa perfettamente, come la stessa Bar-Honda, di poter dire la sua. Non solo Schumacher, dunque. E mentre McLaren e Williams faticano sempre più a trovare il passo giusto, ecco il nuovo che avanza, pronto a ritagliarsi altri momenti di gloria. L'umiltà dell'uomo, aggiunta alle capacità di una monoposto finalmente affidabile, fanno di Jarno Trulli un avversario scomodo per tutti. Tra sette giorni in Germania sarà già tempo di verifiche, ma il futuro di Jarno è già cominciato.

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