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Uno scippo da 15 milioni senza alcun risarcimento

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Come se risultasse normale questo prolungato accanimento che potrebbe presto annientare quindici milioni di prospettive Champions League, quasi non bastassero il pesante indebitamento e altri guai chissà quando superabili. Ma Cosimo Bolognino, l'ultimo ostacolo capitato sull'impervio tragitto verso il quarto posto, non tradisce rimorsi, non esita nel rimpolpare l'elenco delle nefandezze, da Guiness stagionale della sfiga. Vogliamo contare gli episodi eclatanti risolti sempre nello stesso modo, mentre Longo e De Mita accettano rassegnati o improvvisano proteste inascoltate? Forse nemmeno il furibondo Gaucci avrà archiviato tanti danni egualmente penalizzanti, ai totali del 16 maggio. Forse l'agonia biancoceleste autorizza terne giudicanti, troppo approssimative, a castigare i manciniani senza paventare sanzioni disciplinari e carriere rallentate. Nel dubbio, ammesso che carrellando all'indietro esistano valutazioni comunque scusabili, pagano i soliti polli, politicamente azzerati causa troppe devastazioni. Poi, affiorano ingombranti le decisioni rapinose, dove Bolognino mima Trefoloni, Racalbuto, Rizzoli, Rosetti e tutti gli altri fischietti inadeguati spediti nella vigna abbandonata dalla strana coppia Bergamo-Pairetto. Poi, stracciano ogni minima decenza, assistenti miopi e implacabili nell'orientare la flessibile regola del fuori gioco a loro discrezione. Comincia il sign. Puglisi, avviando all'alba del campionato la polverizzazione dei meriti di Formello, cui sovrintende ostinato l'allenatore italiano più creativo. Comunque non importa giocare spesso bene, se la classifica dice che i perseguitati vantano gli stessi punti dello stralunato e disastroso Zaccheroni, a due lunghezze dai «resti parmigiani», meglio tutelati nelle stanze dei bottoni. Perché i laziali in campo hanno ritualmente torto, prescindendo dai loro limiti realizzativi già impressionanti. Perché i rigori sopportati diventano aria fritta nell'area avversaria, secondo quanto stabilisce Bolognino, addirittura due volte. Perché le diseguaglianze interpretative subite, squarciano la credibilità del calcio e mortificano una nobile tifoseria dalla quale bisognerà dipendere per gestire il prossimo aumento di capitale. Signori Carraro e Galliani, ve ne siete accorti? La Lazio può ancora centrare l'obiettivo, fra la trasferta di Brescia (ormai salvo) e l'epilogo davanti ai disperati modenesi. Sarebbe sufficiente un rigurgito di giustizia, per evitare la scandalosa bocciatura.

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