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L'accordo c'è ma non si vede

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Una boccata d'ossigeno salutare per le due società romane alle prese con gravi problemi economici che provano ad allontanare lo spettro della crisi economica proprio grazie al progetto dello stadio. Tanti i protagonisti della riunione a cominciare dal sindaco Veltroni, ai presidenti di Roma e Lazio, Franco Sensi e Ugo Longo, oltre il presidente del Coni, Gianni Petrucci. Presenti anche l'amministratore delegato della Lazio, Giuseppe Matteo Masoni, l'azionista Stefano Ricucci (la presenza dell'imprenditore è una buona notizia per i tifosi biancocelesti sull'impegno nel futuro aumento di capitale), l'avvocato della Roma, Antonio Conte, il segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi, e il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini, arrivato a conclusione dei lavori solo per confermare l'impegno del Governo affinché si arrivi in tempi brevi a una soluzione che soddisfi tutte le parti. Nessuna pressione nei confronti del Coni che è proprietario dell'impianto e che non vorrebbe concedere più del 15% a ogni singola società mantenendo così la maggioranza. Lazio e Roma, invece, vorrebbero una percentuale più alta per sfuttare l'area intorno allo stadio. Insomma, il nodo delle quote resta e anche il sindaco si è affrettato a precisare: «Non abbiamo parlato di questo. Sono due i passi che avverranno prima del perfezionamento dell'accordo previsto entro sei mesi. In primo luogo è costituito un comitato legale con i rappresentanti di Coni, Lazio e Roma. In seguito sarà formato un comitato progettuale che valuterà quali iniziative adottare. Di questo secondo comitato faranno parte anche il Comune, la Provincia e la Regione». Ma proprio da Storace arriva una frenata che alimenta le polemiche politiche tra le due istituzioni. I sei mesi previsti da Veltroni coincidono con l'inizio del campionato e in pratica, da ieri, è partita una corsa contro il tempo anche se non sarà facile trovare l'accordo definitivo. Sul discorso dello sfruttamento commerciale dell'area intorno allo stadio i tempi saranno ancora più lunghi. Prima dovranno arrivare i progetti su eventuali nuove strutture (ristoranti, cinema e altro) e per questa ragione sarà presto indetto un concorso. Poi ci sarà l'assegnazione degli appalti, infine la realizzazione. Se va bene, quindi, se ne parlerà tra almeno un anno anche se è difficile fare previsioni temporali. Solo l'amministratore delegato della Lazio continua a coltivare la speranza di costruire un altro stadio: «Per noi sarebbe meglio, ma per ora va bene così». Veltroni vede rosa, Longo e Sensi pure anche se ci sarà da lavorare. Molto e in fretta.

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