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Roma ai russi, per ora solo smentite

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Se Franco Sensi decidesse di passare la mano, ci sarebbe un colosso del petrolio pronto a subentrare: si tratta della Nafta Moskva, della capitale russa, che avrebbe già offerto 400 milioni di euro per diventare azionista di maggioranza. La cifra coprirebbe tutti i debiti della Roma calcio, che ammontano a circa 300 milioni, e lascerebbe anche un interessante margine di guadagno alla famiglia dell'attuale proprietario giallorosso. Per il momento la società smentisce l'esistenza di un'offerta concreta. «Roma 2000 - si legge in un comunicato diffuso via internet - in qualità di azionista di maggioranza dell'As Roma Spa, in merito alle notizie diffuse da taluni organi di stampa, precisa di non aver ricevuto alcuna offerta da parte della società Nafta Moskva, per l'acquisizione del pacchetto detenuto nella società calcistica». Frasi ovvie, nel rispetto delle regole borsistiche. Ma la seconda parte del comunicato, che fa riferimento al lavoro di un gruppo di fiscalisti della società di revisione Kpmg, è una mezza ammissione: «Si precisa, inoltre, che l'attività di audit in corso presso la As Roma Spa, citata da taluni organi di stampa, è volta ad identificare e valutare possibili operazioni di mercato e/o di ristrutturazione del debito». Non c'è per il momento alcuna conferma da Mosca. La Nafta-Moskva ha comunicato che il presidente Anatoli Kolotilin non è in sede e ha rinviato ogni dichiarazione pubblica al direttore generale Aleksandr Mosiondzhin. Quest'ultimo, in serata, ha fatto tuttavia dire a una collaboratrice di non avere alcuna informazione sulla vicenda e di non avere quindi «nulla da commentare». I dubbi però non mancano e poi l'imprenditoria e la politica romana vedrebbero molto meglio il club giallorosso nelle mani dei fratelli Toti, costruttori vicini al potentissimo gruppo bancario Capitalia, aiutati da Francesco Angelini, noto imprenditore nel settore farmaceutico, e dall'editore Antonio Angelucci. «Io vorrei che la proprietà della Roma fosse italiana, anzi di più: romana». Walter Veltroni, sindaco della capitale, è scettico sulla possibilità di cessione del club giallorosso alla Nafta Moskva, compagnia petrolifera russa. «Un padrone straniero non ti fa mai stare tranquillo - spiega il sindaco di Roma - per questo sto facendo, e lo farò anche la prossima settimana, tutto quello che è nelle mie possibilità per far rimanere la Roma ai romani. E lo stesso vale per la Lazio. Porterò una proposta concreta sul tavolo». L'idea di un azionariato popolare, dopo l'addio della famiglia Sensi, può funzionare? «È un modello, ma non la soluzione. Ma ci vuole anche un azionista forte di riferimento che prenda le decisioni. Abramovich? A Roma lo vedo poco, ha un sacco di problemi in casa sua...».

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