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ARBITRI SOTTO ACCUSA

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Ora qualcuno ci tolga Gabriele

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Un anno fa, circa, vidi per la prima volta il signor Gabriele, arbitro di Frosinone, dirigere una insignificante partita di Coppa Italia, protagonista una Juventus in ogni modo gratificata, senza che ve ne fosse la minima necessità. Ecco, dissi parlandone in radio il giorno successivo, un altro aspirante arbitro «in livrea», totalmente indifeso di fronte alla suggestione del nome illustre e del peso politico. Mi augurai, allora, che quella carriera avrebbe avuto il seguito che si meritava, cioè livello prossimo allo zero. Per un anno, ho assistito a tutta una serie di arbitraggi di questo fischietto che sembrava godere di privilegi particolari da parte dei designatori, nonostante a tutti fosse chiaro che una piccola squadra, con lui in campo, non avrebbe avuto possibilità di scampo. La televisione ci gratifica di primi piani eloquenti: sarebbe bastato, ai nostri solerti designatori, prendere nota dei sorrisi rivolti a giocatori che indulgevano a sguaiate proteste, sempre che fossero della Juve o magari di un'altra «grande»: e il fiero cipiglio, con relative minacce, verso la garbata obiezione di un tapino che indossasse la maglia dell'Empoli o del Modena. Poco tempo fa, Gaucci aveva definito Gabriele il «peggior arbitro in circolazione»: e anche se riesce difficile dare ragione al vulcanico patron del Perugia (anche perché Moreno si sarà sentito offeso) è strano che di un diffuso malcontento nessuno si sia degnato di prendere nota, esaminando con maggiore attenzione le prestazioni di questo singolare personaggio. Così si è arrivati allo sfacelo di Modena, con enfasi sottolineato da una «Gazzetta» che pure ha buoni motivi editoriali per non inimicarsi la Juventus. Dunque: un gol fasullo che più fasullo non si può; Milanetto ammonito per simulazione dopo che Camoranesi lo aveva colpito con una gomitata in faccia; falli grossolani ai limiti dell'area bianconera bonariamente assolti. Voto 3, dice la «rosea», che anticipa: Gabriele sarà sospeso. Non è quello che il calcio italiano si auspica. L'unica cosa seria, riesaminando vicende recenti e più lontane, sarebbe il cortese invito a cambiare mestiere. Ma non sarà così, purtroppo. Questo signore lo ritroveremo a dispensare puntuale torti e favori. Tutti, mi raccomando, rigorosamente involontari.

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