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La trappola degli ex attende una Virtus in crisi profonda

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Sfida dei ricordi, con Caja seduto sulla panchina delle ex scarpette rosse, Rod Sellers e Hugo Sconochini in campo e Ginone Natali e Giorgio Corbelli dietro la consolle di comando. Non faranno sconti, è una certezza, anche per vendicare quel beffardo 2-0 della scorsa stagione, maturato in due partite mozzafiato risoltesi, a favore di Roma, sul filo della sirena. Quella di ritorno a Milano fu poi da cuori forti con il professor Anthony Parker capace di mettere in scena un'autentica magia con un canestro da tre ai limiti dell'impossibile. Ricordi sbiaditi, di una Virtus che fu, ed oggi non è più. Parker è al Maccabi, Santiago nella Nba ed Orazietto Jenkins in Grecia. Dire che i loro sostituti abbiano fino ad oggi deluso è un eufemismo. Roma ha infatti raccolto ben pochi sorrisi in campionato e solo scoppole in Europa, tanto che dopo la disastrosa prova di giovedì contro il Partizan, messo su da Danilovic con i soldi di Vlade Divac, gli ultras hanno contestato la società. Il presidente Toti non s'è tirato indietro e giunto sotto la curva del tifo ha annunciato l'ingaggio di Cory Lynn Alexander (186 centimetri d'altezza, nato nel 1973, sei stagioni di Nba, con un record personale di 28 punti insaccato nel '99 a Boston con la casacca dei Denver Nuggets). Che, come ha più volte sottolineato Bucchi, non sarà il taumaturgico infuso che servirà in un sol colpo a guarire la grande malata. Non basteranno la sua regia ed i suoi punti per regalare nuovi sorrisi. Ci vorrebbe quella che in termine velistico viene definita una «strambata». Cioè un cambio repentino di rotta. Ma per farlo Bucchi non può che chiedere aiuto, oltre che al nuovo arrivato annunciato in atterraggio a Fiumicino per martedì, anche agli altri. Al fantasma di Griffith, cui lo staff medico ed il preparatore atletico cercheranno di restituire un pò di dinamicità, a Righetti e Tonolli, che hanno ben presto archiviato il tentativo di resurrezione dopo un avvio fatto di latitanza, a quel Bowlder che nessuno si spiega come possa essere sato scelto dalla Nba con il numero 17. Insoma Alexander non basterà, tanto che le voci di un taglio di Griffith ogni tanto si rincorrono, come quelle della ricerca di un lungo che sappia almeno saltare per non ripetere l'umiliante doppiaggio subito a rimbalzo contro Belgrado (20-40). Ed oggi avversario peggiore di Milano non poteva esserci. Squadra anzianotta, si, ma che sa ciò che vuole. Con in regia un play, Naumoski, che a ricordare quel che fece Djordjevic, potrebbe violentare di brutto il titubante Bennermann. Pronostico chiuso quindi, con una vittoria, che se arrivasse, saprebbe un pò di miracolo e darebbe nuova energia. Ma per la Virtus di oggi servirebbe una magia. Ed Alexander, che porta il nome di un mago che frequentava i programmi tv degli anni '80, è ancora lontano.

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