Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Villeneuve-Bar fine della corsa A Suzuka c'è Sato

default_image

  • a
  • a
  • a

«Shuryo», invece, gli ha detto il destino, in questo caso targato Honda. Il campione canadese ha appreso infatti solo a Tokyo, e all'improvviso, che non avrebbe partecipato al gran premio di Suzuka. «Solo martedì sera - ha riferito Olivier Panis, grande amico di Jacques - abbiamo cenato insieme, a Tokyo, e abbiamo parlato normalmente della gara. È stata una cena come tutte le altre. Jacques a Suzuka si aspettava di correre». Invece no. Inaspettatamente la scuderia Bar-Honda, che solo due giorni prima aveva annunciato a Tokyo l'ingaggio per il 2004 del giapponese Takuma Sato, ha convocato a Suzuka una conferenza stampa per dire che non sarebbe stato Villeneuve, bensì Sato, a scendere in pista nel gran premio del Giappone. «Jacques è estremamente dispiaciuto di non far parte del team il prossimo anno - ha commentato il suo manager, Craig Pollock - e dunque non se l'è sentita di partecipare al gran premio. Così ha chiesto il permesso di lasciare la scuderia subito. Siamo grati a David Richards a a tutto il team per avergli consentito di lasciare prima della scadenza del contratto». Tutto vero? Probabilmente sì, però è vero anche che se Villeneuve avesse deciso di lasciare la scuderia prima di Suzuka, difficilmente sarebbe volato in Giappone. È probabile - ma manca la controprova ufficiale - che invece su quel «shuryo» abbia inciso la posizione della Honda, favorevole a vedere all'opera Takuma Sato già a partire dal gran premio di casa. Lo stesso Sato è stato colto di sorpresa: «Non era certo quello che mi aspettavo per questo fine settimana - ha commentato - e non trovo le parole per esprimere l'emozione di un debutto con la Bar proprio davanti alla mia gente. Mi sembra una piacevole follia, spero di fare un buon lavoro». Le indiscrezioni sul possibile futuro di Villeneuve si rincorrevano ormai da tempo nel mondo della Formula 1. Che questa sarebbe stata la sua ultima stagione con la Bar era noto da tempo, che però arrivasse per lui la parola «fine» non lo era affatto.

Dai blog