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dall'inviato MATTEO PETRUCCI GENOVA — Dopo il vernissage contro il Lecce la ...

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Meno spettacolo e tanta sofferenza nel finale, ma il risultato non cambia. Altri tre punti da mettere in cascina per continuare a respirare l'aria salubre d'alta classifica e buone risposte per Mancini al termine di una gara non bella ma intensa che la Lazio ha fatto sua con cinismo e autorità, virtù dei grandi. Smentendo le previsioni della vigilia, Mancini pensa alla trasferta di Istanbul e fa ampio ricorso al turn-over. Spazio a Zauri, Giannichedda e Inzaghi, fuori Oddo e Corradi. Nuovo look, dunque, con Zauri spostato a destra sulla linea dei difensori e Muzzi (al debutto) e Inzaghi a formare l'inedito tandem offensivo. Al centro cerniera di centrocampo composta da Giannichedda e Albertini con Fiore e Stankovic ai lati. Solo tribuna, invece, per Lopez e Conceiçao. Inizio da brividi. Commozione e standing-ovation tutta riservata a Roberto Mancini. La Genova blucerchiata non ha dimenticato la propria bandiera. Pronti via ed è subito Lazio. Biancocelesti vicini al gol con una gran botta su punizione di Mihajlovic che sfiora il palo alla sinistra dell'immobile Antonioli. Ma è il prologo al gol che arriva all'ottavo. Altra punizione di Mihajilovic che questa volta, invece di cercare la soluzione personale, pennella in piena area. Torre di Stankovic e perfetta girata a rete di Inzaghi, lasciato colpevolmente solo dalla retroguardia doriana. Schema perfetto, gol da applausi su cui aleggia però l'ombra del fuorigioco. La Samp non rimane a guardare. Dopo un avvio contratto l'undici di Novellino si scioglie. Doni e Marazzina confezionano un uno-due che mette l'attacante nelle condizioni ideali per crossare. Palla in mezzo e Bazzani va giù. Molto dubbio il contatto con Favalli, ma per Messina è rigore. Ci pensa Peruzzi a fugare ogni dubbio respingendo con un gran balzo sulla destra il penalty di Doni. Samp all'assalto e Lazio pronta a colpire di rimessa. Su uno dei tanti rapidi capovolgimenti di fronte Fiore ha la palla buona per il bis ma sparacchia alto ostacolato da Zauri. Ancora l'ex udinese protagonista al 37esimo. Combinazione Favalli-Stankovic sulla sinistra; sul cross del serbo Antonioli smanaccia in uscita, Fiore si coordina bene ma il suo destro a botta sicura è deviato da Pedone quel tanto che basta ad evitare il raddoppio. Nel ping-pong di emozioni il finale di tempo è tutto di marca doriana. Favalli, però sale in cattedra. Prima si «immola» a respingere una conclusione di Bazzani lasciato solo davanti a Peruzzi da uno scivolone di Mihajlovic, poi anticipa di testa lo stesso attaccante ormai pronto a battere a rete. La ripresa si apre sulla falsariga dei primi quarantacinque minuti. Padroni di casa all'arrembaggio e Lazio d'attesa. Al decimo primo cambio del match. Mihajlovic, acciaccato, lascia il posto a Negro. Novità anche sulla sponda ligure. Novellino cambia volto all'attacco e gioca l'arma del tridente Flachi subentra ad uno spento Marazzina, Yanagisawa sostituisce Pedone. Nella gara a scacchi tra i due tecnici Mancini risponde con Corradi al posto di Inzaghi. Tempismo perfetto. Neanche il tempo di allacciarsi gli scarpini e dopo dieci secondi il neo-entrato si procura un rigore nella bagarre dell'area doriana. Le gambe di Albertini non tremano ed è 2-0. La Samp non ci sta, la Lazio si rilassa e incassa la rete di Bazzani. Perfetto il suo inserimento di testa su cross di Bettarini. Gol fotocopia a quello realizzato due settimane fa a Reggio Calabria. La Lazio si siede e nel finale è solo Samp. Sofferenza fino al novantesimo ed anche il mini-giallo di un rigore prima accordato da Messina e poi annullato per un fallo di Favalli su Diana. Senza più birra in corpo l'undici di Mancini regge fino alla fine e porta a casa tre punti di platino. Ora c'è Istanbul, un'altra battaglia.

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