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di RINO TOMMASI CONFESSO che mi sarebbe dispiaciuto di meno sbagliare un pronostico ...

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Invece temo di avere sbagliato clamorosamente la settimana scorsa nel ritenere che il buon senso avesse prevalso e soprattutto che non si sarebbe arrivati ad alterare quello che il campo aveva in modo limpido deciso. In altre parole speravo che la classifica del campionato di serie B non sarebbe stata modificata, almeno per quanto riguardava promozioni (fortunatamente mai messe in discussione) e retrocessioni, attribuite, nell'ordine, a Catania, Genoa, Cosenza e Salernitana. Speravo quindi che lo sport ed il calcio non consentissero ai TAR di sostituirsi agli organismi preposti a determinare risultati e classifiche e soprattutto fossero in grado di resistere alle pressioni esercitate da più parti per modificare, a vantaggio di piccoli interessi particolari, i valori che il campionato aveva espresso. Nel dettaglio mi ribellavo all'idea che la partecipazione di un giocatore ad una partita del campionato primavera potesse costituire argomento valido a sostenere un reclamo. Mi ha fatto piacere leggere sull'argomento il puntuale parere di uno dei giornalisti che stimo di più, Roberto Beccantini, che ha scritto sulla Stampa che un Catania mantenuto in serie B sarebbe stata una sconfitta per lo sport italiano. Invece, anche se non ho perduto tutte le speranze, c'è purtroppo ancora la possibilità che il prossimo campionato di serie B si disputi a 21 squadre. E' già andata bene che la comica ed insostenibile soluzione delle 24 squadre, con relativo salvataggio di squadre che la retrocessione l'avevano senza alcun dubbio meritata, pare sia definitivamente tramontata. Tuttavia anche il compromesso minore, che pure trova sponsorizzazioni incomprensibili ed inaccettabili, rappresenterebbe una soluzione vergognosa. Scrivo queste note mentre i Mondiali di Nuoto non si sono ancora conclusi ma è già possibile anticipare che il bilancio complessivo della partecipazione italiana sarà inferiore alle attese , determinate dagli straordinari risultati ottenuti ai precedenti mondiali di Perth ed alle Olimpiadi di Sydney. E' molto probabile che il ridimensionamento fosse fisiologico anche perché era difficile credere che improvvisamente gli italiani, che nel nuoto avevano recitato fino a dieci anni fa ruoli secondari (Novella esclusa), fossero diventati i padroni delle piscine. Insomma c'è il sospetto che questa di Barcellona sia la nostra giusta dimensione. Del resto in quasi tutti gli sport il nostro sport ha funzionato a cicli. Ci sono stati momenti (Olimpiadi di Los Angeles del 1984) in cui ci siamo tolti molte soddisfazioni nella più universale delle discipline, l'atletica leggera, mentre oggi guardiano con preoccupazione ai prossimi esami. Abbiamo vissuto periodi splendidi nella pallavolo, nel basket, nello sci e, sia pure molto tempo fa, nel tennis (Pietrangeli, Panatta) e nella boxe (Benvenuti, Arcari) ma non è possibile mantenersi sempre ad alto livello. Insomma non vorrei che Barcellona facesse dimenticare Perth e Sydney.

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