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Tour L'australiano mette tutti in riga nella cronoprologo

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McGee prima maglia gialla

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Il corridore della Saeco ha subito allungato la sua ombra sul Tour de France e su Lance Armstrong, impressionando tutti con un cronoprologo eccellente, nel quale ha chiuso al 21o posto (a 13" dal vincitore McGee) e soprattutto è riuscito a limitare al massimo i danni dalla maglia gialla uscente: appena 6" separano l'italiano da quello che tutti acclamano come il primo dei favoriti. Ma se Armstrong resta in cima alla lista, Gilberto ha dimostrato che è del tutto legittimato a considerarsi il secondo: il texano dovrà tenere gli occhi bene aperti ad ogni chilometro, perché Simoni non aspetta altro che di infilzarlo, magari quando meno se lo aspetta. Quindi l'americano non potrà permettersi il minimo errore, anche nelle prossime tappe, dal profilo altimetrico rilassante. Un Armstrong sotto pressione sin dal primo giorno è la migliore notizia che il Tour poteva offrirci al suo esordio. Non perché ce l'abbiamo con l'uomo che ha già vinto quattro volte in Francia, ma solo perché se il titano non stradomina (come in passato) ci si potrà divertire di più. Non è solo l'impagabile Simoni ad essere fonte di preoccupazioni per Lance: guardate ad esempio Ullrich. Appena pochi mesi fa sembrava un corridore finito, preso tra guai fisici (un ginocchio l'ha tormentato per due anni), sbandate comportamentali (ubriaco alla guida della sua Porsche investì un uomo in bici) e problemi di doping (prese anfetamine in discoteca, e venne puntualmente pizzicato ai controlli: sei mesi di stop). Ora, in una nuova squadra (la Bianchi) ha ritrovato se stesso. Quarto nel prologo (con lo stesso tempo di Zubeldia, terzo), ha rifilato 5" ad Armstrong (sempre lui il riferimento). Probabimente in montagna il tedesco perderà dall'americano, ma è già una grande soddisfazione essere davanti ora. Una soddisfazione che ha pure David Millar, per il quale però tale piacere poco bilancia l'enorme delusione di aver perso in maniera beffarda la tappa: il britannico, più forte di tutti nella breve prova contro il tempo, e giustamente in vantaggio fino all'ultimo chilometro, è incappato nel più stupido degli incidenti meccanici: un salto di catena, riparato in corsa e in fretta, ma che è costato pur sempre almeno cinque o sei secondi al corridore. Sarebbe bastato molto meno a Millar per vincere il prologo: l'impietoso cronometro ha contato infatti soltanto 8 centesimi di secondo fra lui e il primo, Bradley McGee, australiano che ora ringrazia i numi. 8 centesimi, ovvero meno di mezza pedalata, un tempo equivalente a un battito di ciglia, a un respiro, a una scarica di adrenalina. Il povero Millar ripenserà spesso a quella maledetta catena che gli ha scippato la prima maglia gialla del Tour. Gode McGee, che pure ha svolto in maniera egregia il compito: quasi 52 chilometri e mezzo la sua media oraria. Gli altri big: Hamilton ha chiuso sesto con 1" su Armstrong, Beloki e Botero accusano 2" da Lance, Mayo paga 12" e Garzelli ben 30". Oggi dallo stadio di Saint Denis a Meaux il Tour propone la prima tappa per velocisti. 168 chilometri al termine dei quali ci aspettiamo di ritrovare i nostri Petacchi e Furlan.

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