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Un gioco sull'ira di Preziosi

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..lcio»,ultima creazione uscita dalla sua fabbrica di giocattoli e direttamente ispirata dalla sua prima, turbolenta esperienza in serie A. La scatola del gioco è già un manifesto della visione del calcio di Preziosi: Carraro fugge seguito dal trio Giraudo (che tiene in mano un mucchio di banconote), Moggi (con la paletta da ferroviere) e Galliani (con un pallone in mano), inseguiti a loro volta dagli arrabbiatissimi Moratti, Sensi e Preziosi. Il sottotitolo chiarisce che il gioco è «per quelli che credono ancora in Babbo Natale». «L'idea del gioco mi è venuta a Bologna, dove siamo stati umiliati», spiega Preziosi, che quest'anno ha collezionato una lunga serie di deferimenti per le sue dichiarazioni contro arbitri e dirigenti del calcio. E sono proprio queste due categorie quelle prese di mira nel gioco, che fa scontrare fino a otto giocatori-presidenti in un campionato dove possono accadere gli imprevisti più vari e improbabili: dalla squadra che perde punti perchè i giocatori si innamorano della figlia-aspirante velina del presidente, fino alla squalifica perchè Alberto Tomba ha falsificato il passaporto di un giocatore, in una sorta di gioco dell'oca dove non mancano giocatori, opinionisti, tifosi e, ovviamente, «l'uomo nero» Carraro. Seguendo la convinzione che «non si era mai visto niente del genere nel calcio negli ultimi 50 anni», Preziosi ha trasformato in business il campionato del Como, inserendo nel gioco tutti i protagonisti che, come sostiene, hanno inciso negativamente nella stagione: da Trentalange («Si dedichi solo al suo impegno nel sociale») a Carraro («Ma quanti sederi ha per occupare tutte quelle poltrone?»). Solo contro tutti, Preziosi spiega di non essere né Masaniello né Don Chisciotte («Non minimizziamo, per favore»), ma di aver solo avuto il coraggio di «criticare le istituzioni del calcio che non si possono toccare», senza cercare alleanze o favori politici. E il suo obiettivo è che «le regole ci siano, e siano chiare per tutti».

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