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C'è la Spagna tra Agassi e il bis

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In realtà lo è perché gli Internazionali rimangono l'evento tennistico principale del nostro calendario, l'unica occasione per i nostri appassionati di vedere il miglior tennis oggi disponibile. Purtroppo è anche un momento che ci ricorda la modesta situazione nella quale ci troviamo - ormai da molti anni - in ambito internazionale, ormai distaccati in maniera imbarazzante da movimenti tennistici (Spagna e Francia, in particolare) che si muovono in situazioni geografiche, meteorologiche ed anche economiche simili alla nostra. Mi pare sia la prima volta, a mia memoria, che nessun italiano avrebbe avuto diritto ad entrare nel tabellone principale se non ci fosse l'istituto delle wild card, cioè la possibilità da parte degli organizzatori di assegnare cinque inviti a giocatori che non hanno la classifica sufficiente per evitare l'impervia strada delle qualificazioni. Il motivo tecnico più importante è offerto dal confronto tra i tennisti spagnoli, ormai padroni della terra battuta, ed Andre Agassi, la cui presenza ci consente di battere, sul piano del prestigio, il recente torneo di Montecarlo. Si sperava di poter avere anche Lleyton Hewitt, anche lui assente nel Principato, ma l'australiano ha fatto sapere che gli basterà il torneo di Amburgo per preparare il Roland Garros. Inutile piangere sul latte versato e ricordare quindi quanto gli Internazionali siano penalizzati dall'inversione nel calendario tra la prova maschile e quella femminile. Abbiamo accettato per un pugno di dollari (400 mila) versatoci dai tedeschi una tantum mentre il danno è permanente. Il torneo delle donne, dove tra l'altro abbiamo una presenza più qualificata, costituiva l'ideale lancio per quello maschile che rimane, agli occhi del nostro pubblico, l'evento più interessante. La vittoria ottenuta al Foro l'anno scorso da Agassi si è rivelata la miglior polizza di assicurazione per il nostro torneo. Appena tornato al vertice della classifica Agassi era obbligato a difendere i punti conquistati dodici mesi fa. Per la stessa ragione è molto probabile che Agassi, soprattutto se vince qui, rinunci al torneo di Amburgo I suoi avversari più pericolosi sono naturalmente gli spagnoli, in particolare Ferrero e Moya, vincitori rispettivamente a Montecarlo ed a Barcellona, mentre sono da verificare la vena alterna di Marat Safin (che rimane, a mio parere, il più forte del mondo quando gioca bene) e gli eventuali progressi di Guga Kuerten. La qualità media del torneo è eccellente. Lo dimostra il fatto che un giocatore come l'australiano Mark Philippoussis è stato costretto alle qualificazioni. Il destino delle cinque wild card italiane era legato al sorteggio svoltosi ieri al Villaggio, il motore mondano necessario per le fortune economiche della manifestazione. Il nuovo sponsor e qualche altra iniziativa commerciale dovrebbero avere assicurato almeno il pareggio. Inutile ed imbarazzante fare confronti con Parigi e Wimbledon, i cui bilanci garantiscono prosperità a tutto il movimento. Che poi i francesi siano capaci di produrre buoni giocatori e che gli inglesi siano rimasti a Henman è un altro discorso.

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