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Una grande Italia sfiora l'impresa in Scozia

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Prova coraggiosa ma condita da troppi errori. In classifica chiudiamo al quinto posto

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Questa volta, oltretutto, l'Italia parte bene, a differenza delle ultime due partite con Inghilterra e Francia, ma alcune disattenzioni difensive esaltano oltremodo la vena offensiva di un quindici scozzese che ci rifila 4 mete quando ne aveva segnate solo tre nelle quattro partite precedenti. L'apertura italiana Pez è un pò l'esasperazione di questo problema: in attacco è fortissimo, guadagna sovente la linea del vantaggio, marca un'altra bella meta come con la Francia ma in difesa è una porta troppo aperta e perfidamente gli avversari ne approfittano. Sembra riduttivo ed anche forse troppo ingeneroso per il sostituto di Dominguez ma la partita si è consumata su una forte pressione fisica scozzese all'inizio, giusto il tempo di riprendersi dalla meta di Bergamasco che al 4' aveva prodotto l'unico vantaggio italiano(5-0) del match. Venivano le mete prima di White che di forza travolgeva la difesa dei nostri e poi quella di McLaren dopo inserimento di Metcalfe ed apertura nella prateria azzurra dove il solo Vaccari era rimasto di guardia. Pez, sul 16-8 a favore dei blu del Cardo, raddrizzava splendidamente un attacco e filava in mezzo ai pali riaprendo l'incontro. Non passavano, però, dieci minuti ed era ancora bambola per l'Italia perché Kenny Logan, poi giudicato uomo del match, con una «sveltina» giocava per se stesso e filava in meta. Il tempo si chiudeva sul 23-15 ma niente chiaramente era perduto. Nella ripresa gli azzurri salivano in cattedra, da qui il rammarico per l'occasione perduta, e mettevano sotto di brutto gli scozzesi ma erano venti minuti sterili con soli tre punti di Pez (che marcherà in totale 15 punti mentre i padroni di casa alla prima uscita nella nostra metà campo ci castigavano con una splendida meta di Paterson (alla fine 18 punti per lui) che raccoglieva un calcetto per sè stesso e filava in meta. Gli azzurri non ci stavano e restituivano subito il colpo con una meta di Palmer che concretizzava un lungo periodo in cui in campo c'era solo l'Italia. 25-30 e ultimi dieci minuti in apnea per i 45.739 spettatori che vedevano la Scozia in difficoltà ma non si riusciva a raccogliere in proporzione al seminato e un missile del solito Paterson da quaranta metri ci rimandava, frustrati in Italia.

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