Pippo Baudo, il tenero ricordo della cugina: "Si mise in piedi su una sedia e..."
In questi giorni di ricordi e omaggi a Pippo Baudo, emergono anche testimonianze di chi lo ha conosciuto da vicino nella vita privata. Tra loro c’è Isabella Baudo, sua cugina, che con il "Giornale di Vicenza" ha condiviso alcuni aneddoti inediti sul grande conduttore. "Il primo ricordo che ho di Pippo Baudo si trova nel filmino di nozze dei miei genitori", racconta, spiegando che i loro padri erano fratelli e che il nonno di Isabella si era trasferito a Vicenza negli anni Venti in cerca di fortuna. La prima volta che Baudo arrivò a Vicenza fu nel 1966, in occasione delle nozze dei genitori della cugina. "Si distinse per simpatia e prontezza. Lesse tutti i telegrammi in piedi su una sedia. A detta di molti fu uno show, ma lo fece in modo gradevole", ricorda Isabella. I rapporti tra i due non erano frequentissimi, ma il conduttore non faceva mai mancare un segno della sua presenza: "A casa nostra arrivavano sempre arance e limoni dai suoi agrumeti di Militello in Val di Catania".
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Il primo vero incontro personale risale agli anni dell’università di Isabella, quando decise di andare a Roma per conoscerlo meglio. "Mi ricevette in un camerino della Rai. Fu molto accogliente e caloroso. Nei modi era elegante, premuroso, spiritoso, arguto come faceva intuire in televisione", racconta. Di quell’occasione le rimase impresso soprattutto un consiglio: "Mi raccomandò di continuare a studiare, che per un giovane era l’aspetto più importante prima della famiglia e della carriera. Anche lui si era laureato in giurisprudenza". Isabella Baudo ha poi avuto modo di frequentare la sua casa romana: "Un palazzetto con lo studio pieno di immagini, fotografie e ricordi. Era un po’ disordinato, tipico degli artisti. Ma lui trovava sempre tutto. Era una casa molto elegante".
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E aggiunge: "Ogni volta che andavo mi abbracciava forte per darmi il benvenuto. Poi il caffè in eleganti tazzine di porcellana e tante chiacchiere". Del celebre cugino conserva un ricordo pieno di stima e affetto: "Sapeva non metterti in imbarazzo. Veniva da un mondo molto diverso dal nostro ma trovava sempre la conversazione giusta. Raccontava molte storie senza esporsi". L’ultima volta che ha cercato di sentirlo risale a pochi mesi fa: "Mi misi in contatto con la sua segretaria, perché lui non rispondeva al telefono. Sapevo che non si sentiva bene", ha concluso.
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