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I mostaccioli alla romana amati da San Francesco

Sergio De Benedetti
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La Via Jacopa de' Settesoli è in Trastevere, Rione XIII, da Piazza San Francesco d'Assisi a Via Girolamo Induno. Ricorda la giovane patrizia romana e trasteverina Jacopa dei Normanni, nata nel 1190, andata giovanissima sposa del nobile Graziano Frangipane de' Settesoli, proprietario della omonima Torre nel lato curvo del Circo Massimo dove oggi è la Piazza di Porta Capena, ai piedi del Palatino, luogo in cui era posto il Settizonio, una struttura idrica monumentale con le statue delle sette divinità planetarie (Saturno, Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere) fatta costruire dall'imperatore Settimio Severo nel 203 d.C. e da cui la derivazione "Settesoli".

Nel 1210 arrivò per la prima volta a Roma Francesco d'Assisi, desideroso di presentare a papa Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni) la Regola dell'Ordine. Con buona certezza, si ha ragione di ritenere che l'incontro tra il Pontefice ed il Poverello fosse stato organizzato grazie ai buoni uffici dalla coppia Graziano/Jacopa, così come il soggiorno presso il monastero benedettino di Ripa Grande dove poi Francesco troverà ristoro ogni qual volta verrà a Roma. Genitori di due figli, Giovanni e Giacomo, nel 1217 Jacopa rimase vedova per l'improvvisa morte dell'amato Graziano, sola dunque a gestire un patrimonio complessivo di notevole valore, sia a Roma che nelle immediate vicinanze dei Castelli Romani e dell'Agro Pontino.

Pur se giovane, Jacopa dimostrò notevole talento di imprenditrice con iniziative ponderate che la portarono ad impinguare i già notevoli possedimenti familiari. Questo senso dell'organizzazione sarà decisivo per Francesco, fantasioso nelle idee ma totalmente negato sotto l'aspetto gestionale. Iniziò così un rapporto duraturo tra Jacopa e Francesco che riguarderà l'andamento dei Conventi nella Valle Santa Reatina ed, in parte, nel Convento della Verna nell'Aretino e che si protrarrà fino alla morte del Santo avvenuta il 4 ottobre 1226. Ma in precedenza altre occasioni fondamentali avevano accompagnato la loro amicizia e la fede comune quale, ad esempio, il ritorno di Francesco a Roma per l'udienza del 24 novembre 1223 con il nuovo papa Onorio III (Cencio Savelli Capocci) per la conferma ufficiale della nuova Regola, resasi necessaria considerata la dilagante diffusione del francescanesimo in tutta Europa. L'incontro con il Pontefice non fu inizialmente dei migliori poichè Onorio III era scettico riguardo la figura di Francesco che riteneva esagerata ma bastò vederlo e scambiare poche parole perché ne venisse invece totalmente conquistato, emettendo senza alcun indugio la Bolla "Solet Annuere" cinque giorni dopo. Jacopa con i figli poi, fu certamente presente a Greccio di Rieti la notte del 24 dicembre dello stesso anno per la prima rappresentazione al mondo dei riti di celebrazione dal vivo del Santo Natale. A fianco di questo meraviglioso rapporto che in seguito porterà Jacopa a diventare Terziaria Francescana, un simpatico siparietto è dato dai "biscotti boni e profumati" tipici del tempo della vendemmia che però, senza difficoltà, arrivavano tranquillamente fino alla fine dell'anno. Jacopa era solita prepararli per i figli e per donarli durante le festività ai bambini e ai poveri ma evidentemente avevano incontrato anche l'interesse di Francesco, notoriamente poco incline ai piaceri terreni, se la tradizione racconta che intorno alla fine di settembre del 1226 chiese con insistenza a Jacopa di raggiungerlo poichè "il Signore benedetto mi ha fatto la grazia di rivelarmi che è ormai prossima la mia fine. Affrettati dunque e porta un panno di colore cinerino per avvolgere il mio corpo, i ceri per la sepoltura e anche quei dolci che tu eri solita darmi quando mi trovavo malato a Roma". Stiamo parlando di biscotti fatti con pasta di pane, miele, mandorle, mosto d'uva, albume, pepe e cannella, vale a dire "i mostaccioli alla romana".

Ma Jacopa era già arrivata in Santa Maria degli Angeli e con sé recava proprio le cose che aveva chiesto lui. Dopo la morte di Francesco, Jacopa si interessò della sua canonizzazione avvenuta meno di due anni dopo la morte il 16 luglio 1228 ad opera di Gregorio IX (Ugolino da Anagni) e l'anno successivo prese accordi con il Monastero Benedettino in Trastevere che aveva costruito a fianco la chiesa di San Biagio di Sebaste affinché tutto venisse modificato in favore dell'Ordine dei Frati Minori con la basilica dedicata a San Francesco, ancora oggi nota con la precisazione "a Ripa".

All'inizio del 1233 lasciò ai figli e al fratello di Graziano la gestione del patrimonio familiare e si trasferì ad Assisi dove continuò l'opera di carità, assistenza e devozione fino al 1239, anno della sua dipartita. Venne sepolta nella Basilica Inferiore di Assisi, proprio nella cripta davanti alla tomba del Santo. Una splendida immagine del senese Simone Martini dipinta intorno al 1315 e custodita nella Basilica stessa, ritrae Jacopa con i Sette Soli riprodotti nell'aureola.

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