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L'affresco di quell'Italia che non esiste più

Chiara Proietti
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«Le famiglie vere sono come certe foreste, tanti alberi che in realtà sono un tutt’uno, polloni aggrappati a un medesimo ceppo d’origine immemore. Una segreta radice si estende sotterranea, genera e nutre figli distanti nello spazio, geneticamente identici. La morte del singolo perciò è solo apparenza, la sua linfa non cessa mai di scorrere e riaffiorerà inaspettatamente, prima o poi, nell’ininterrotto fluire del tempo. Così siamo noi, i Florio». È quanto scrive nell’Incipit Costanza Afan de Rivera autrice di un prezioso libro, edito da Sperling & Kupfer, «L’ultima leonessa. La vita di Giulia Florio, mia madre» a cura di Elvira Siringo. Attraverso gli occhi della figlia Costanza Afan de Rivera, rivive la figura forte, ma schiva di Giulia Florio, l’ultima discendente della leggendaria famiglia che ha dominato la scena siciliana e quella nazionale tra il XIX e il XX secolo. «Mia madre - scrive l’autrice - è stata una donna con una grande dignità, anche nei momenti difficili ha guardato la vita a testa alta. Durante l'occupazione nazista, insieme a mio padre non hanno esitato nel nascondere famiglie di ebrei all'interno del Palazzo. Era giusto farlo, anche al rischio della propria vita». Per la prima volta la storia dei Florio, a partire dalla mitica donna Franca, madre di Giulia, viene raccontata dalla prospettiva intima ed esclusiva di una componente della famiglia, immergendoci in un mondo affascinante e ormai scomparso. Una famiglia, i Florio, che come racconta l’autrice «nell’arco di tre generazioni aveva dimostrato concretamente al mondo quanto fosse tenace la loro volontà di farsi strada». L’autrice trasporta il lettore dentro il racconto della saga familiare con minuziose descrizioni dei personaggi, del contesto storico e dei luoghi abitati dai protagonisti: «Credo che non si possa dire di conoscere davvero l’Art Nouveau se non si è visitato il Villino Florio. (…) Ciò che è veramente indescrivibile è la ricchezza dei decori e dei colori, le rifiniture accurate del mobilio e di ogni parte dell’arredamento realizzato su misura dai migliori artigiani europei». Giulia nasce a Palermo nel 1909, al declino della fortuna della famiglia e all’ombra di una madre ingombrante, bellissima e carismatica, da cui eredita il carattere di combattente indomita e nient’altro. Presto, infatti, ai fasti della belle époque seguono anni difficili e la vita e le abitudini dei Florio cambiano lentamente ma inesorabilmente. Giulia però non si lascia abbattere, raccoglie i cocci e ne fa risorse. Si trasferisce a Roma, studia, lavora tenacemente, rinasce dalle avversità, costruisce da zero la propria autonomia e trasforma la sua vita in un capolavoro. Sposa il marchese Achille Belloso Afan de Rivera Costaguti, è madre di cinque figli, cura con immenso amore la sua famiglia e partecipa intensamente agli eventi cruciali del suo tempo. Durante la seconda guerra mondiale affronta con fiera determinazione il criminale nazista Herbert Kappler e, mostrando straordinario coraggio, non esita a salvare la vita di molte famiglie di ebrei romani che, rifugiati presso il loro palazzo, riescono a sfuggire alla deportazione. Il racconto della sua esistenza trasmette una memoria straordinaria che oggi ha il sapore di una favola moderna. Costanza Afan de Rivera Costaguti, classe 1950, è l’ultima nipote e discendente di Ignazio e Franca Florio. L’impegno della sua vita è di custodire e tramandare la memoria dei suoi genitori, il marchese Achille Belloso Afan de Rivera Costaguti e Giulia Florio, i cui nomi oggi sono ricordati nel Giardino dei Giusti, in Israele, per aver dato rifugio nel loro palazzo a moltissimi ebrei romani durante le persecuzioni razziali del 1943. Si è dedicata fin da giovanissima alla politica ed è fondatrice e presidente onorario dell’associazione culturale «La Sicilia dei Florio» che vuole proporsi come simbolo di una Sicilia fiorente e operosa, che continui sulla via intrapresa dal nonno Ignazio e dallo zio Vincenzo. Negli ultimi anni si è trasferita stabilmente a Palermo e, in riconoscimento del suo amore per la città e per il suo impegno alla promozione dell’intera Sicilia nel mondo nel ricordo della famiglia Florio, ha ricevuto la cittadinanza onoraria. 
 

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