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Prevenzione cardiovascolare, arriva in italia il farmaco di ultima generazione

Madico, visita al cuore

Il nuovo medicinale associa due principi attivi che proteggono il cuore e difendono lo stomaco.

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Farmaco e antidoto in un'unica capsula. È arrivato in Italia un nuovo medicinale che associa, in una sola compressa, acido acetilsalicilico e gastroprotettore: due principi attivi che proteggono il cuore e difendono allo stesso tempo lo stomaco. La notizia rappresenta una boccata di ossigeno nella prevenzione cardiovascolare di circa 2 milioni di italiani ad alto rischio. Perché l'associazione fissa di acido acetilsalicilico ed esomeprazolo inibitore di pompa protonica riduce l'incidenza di ulcera e migliora l'aderenza dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Sviluppata da AstraZeneca, la combinazione rappresenta una svolta concreta nella prevenzione di infarto cardiaco e di ictus cerebrale, che ogni anno colpiscono oltre 250 mila italiani. Nostri connazionali che per patologia sono già costretti a prendere più di tre pastiglie, alle quali si aggiunge la comune Aspirina e similari che a lungo andare può non essere ben tollerata dallo stomaco. Ed ecco sommare anche un'altra compressa e aumentare il rischio di interruzione della cura. “A 1 anno da un infarto miocardico – spiega Pier Luigi Temporelli, Past President del Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva - solo poco più del 70% dei pazienti assume regolarmente l'acido acetilsalicilico ed è stato dimostrato come la sospensione della terapia in pazienti ad alto rischio cardiovascolare raddoppi la probabilità di sviluppare una sindrome coronarica acuta, che si manifesta in media a 10 giorni dalla sospensione, e triplichi il rischio di stroke ischemico. Finalmente oggi, per la prima volta in Italia - commenta Temporelli - abbiamo a disposizione un dosaggio di acido acetilsalicilico ideale per la prevenzione cardiovascolare secondaria: il dosaggio di 81 milligrammi che garantisce da un lato un adeguato effetto cronico antiaggregante dopo un evento coronarico e dall'altro la minor incidenza di effetti collaterali”.

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