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Il mistero della trinità spiegato con le opere

San Giovanni de Matha (1154-1213) è stato fondatore dell'ordine della...

Gianluca Dodero
Gianluca Dodero

Presidente dell'associazione Passione Romana. Comunicatore, cultore e divulgatore di Romanità. Sono anni che scrivo di Roma, su Roma, in maniera disomogenea, frammentaria e istintiva. Sin da bambino nutro nei suoi confronti una passione divorante, un amore che va oltre il parentale. Da bambino piangevo ogni qualvolta ne vedevo i monumenti, poi ho iniziato a percorrerla a piedi. Chilometri su chilometri su chilometri e sono solo all'inizio. Perchè Roma è un cammino. Non si esaurisce il legame per lei nella mera conoscenza del suo aspetto e dei suoi luoghi, nelle pieghe della sua millenaria storia. Per trovare le risposte alle domande che questa città Misteriosa ci pone, bisogna avere Fede.

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Domenica 16 giugno si è celebrato - secondo la liturgia della Santa Romana Chiesa - il mistero della Trinità: la chiesa è una e trina. Per secoli si è cercato di giustificare teologicamente questo concetto così complesso. Il senso è che L'Unità della chiesa si ottiene attraverso l'alterità. Semplificando, Anche Dio ha bisogno dell'altro. La Trinità significa il bisogno dell'altro. San Giovanni de Matha (1154-1213) è stato fondatore dell'ordine della Santissima Trinità e la sua storia, che si intreccia a quella di Roma, è bellissima. Eminente teologo studiò a lungo il concetto di trinità. Quando capì di non riuscire a fornire ai suoi studenti le giuste chiavi interpretative, decise di metterne in pratica il senso più profondo. A Tunisi e a Cartagena inizió a liberare gli schiavi prigionieri dai Mori. Assieme ai suoi frati andava per le corti d'Europa a farsi finanziare dai regnanti e poi pagava il riscatto di centinaia di schiavi. Quando il compenso economico non bastava, i frati si sostituivano come rematori agli schiavi stessi donando la propria libertà in cambio di quella altrui. A Roma nel 1209, sotto la protezione di Papa Innocenzo III, Giovanni si stabilì con i suoi frati nella zona del Celio, fondando un convento ed un ospedale nei pressi della Chiesa di San Tommaso in Formis, che era stata loro affidata dal Papa. Ancora oggi, proprio vicino alla Navicella, al Celio, riposano le sue spoglie mortali.

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