Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Roma, le nuove stazioni metro sono senza rete: sui binari segnale totalmente assente

Esplora:
Foto: Lapresse

Valentina Bertoli
  • a
  • a
  • a

La metro C, la più costosa e futuristica d’Europa, cade sul fattore 5G, lo "standard wireless" globale diventato, per il sindaco, Roberto Gualtieri, un vero "pallino". Da Pantano a Colosseo, le due estremità della linea che collega il quadrante Est con il Centro, il segnale telefonico e la connessione internet sono una chimera. Perfino sulle banchine delle due nuove stazioni-museo, appena inaugurate, non c’è campo. Fare una chiamata o inviare un messaggio è impossibile sia nel piano sotterraneo delle fermate che a bordo dei vagoni. Il telefono non può far altro che segnare le "zero tacche" disponibili e il traffico dati bloccato, con tanto di SOS visibile nella barra dello stato del dispositivo. In altre parole, la linea che da ieri è anche una delle più belle vie di accesso al cuore della Capitale è un bunker. Un cono d’ombra in cui si insinua un problema in termini di sicurezza. Tutti i romani e i turisti che ogni giorno affollano la "verde", la linea innovativa con un sistema driveless a guida meccanizzata, dovranno continuare a fare i conti con il disservizio e sperare di non trovarsi in una situazione di difficoltà.

 

 

Perché è qui che si annida la piccola criminalità. E l’Amministrazione lo sa bene, visto che sulle linee sotterranee i messaggi che avvisano in più lingue l’utenza della presenza di borseggiatori è diventato ormai un mantra. Il rischio è che le bande di borseggiatori approfittino del "buio" degli smartphone per mettere a segno i furti con più facilità. Proprio perché le "prede" non possono chiedere immediatamente supporto. Sapere che in ogni momento la potenziale vittima potrebbe tirare fuori dalla tasca il cellulare e lanciare l’allarme non garantisce che la stessa si salvi dal pericolo, ma può quantomeno funzionare da deterrente o aiutare le forze dell’ordine, nell’immediato, ad acciuffare i responsabili. La questione era già emersa lo scorso 4 dicembre, quando il Consiglio del Municipio V ha approvato una risoluzione che chiamava in causa il sindaco Gualtieri e la giunta capitolina, facendo presente che l’assenza di segnale per chi viaggia sui mezzi pubblici non è solo un disagio, ma un’insidia. Ma qual è il nodo ancora da sciogliere? L’Ing. Marco Cervone, responsabile della costruzione delle opere civili della tratta T3 della linea C, esclude che il motivo dell’assenza di copertura per i cellulari sia di natura tecnica. Il fatto che le nuove stazioni Porta Metronia e Colosseo raggiungano i 35 metri di profondità dal piano stradale non impedisce di intervenire. «No, non dipende dalla profondità. Dipende esclusivamente dai contratti che vengono stipulati con i gestori telefonici», ha ammesso l’esperto.

 

 

A onor del vero, il Campidoglio ha messo in programma la copertura con rete 5G delle tre linee della metropolitana con il dichiarato obiettivo di arrivare in tutte le stazioni entro il 2026. Attualmente i lavori sarebbero in corso sulla B, su cui comunque internet funzionava già da tempo, seppur a tratti. Per la C, la linea più fragile e meno sicura, non risultano invece attività in corso. Il taglio del nastro di ieri ha riportato a galla un paradosso che la Capitale non riesce a scrollarsi di dosso: da una parte le grandi opere pubbliche a cui fondi come quelli del Giubileo e del Pnrr hanno dato linfa; dall’altra le magagne che rimangono sottotraccia e che però portano i cittadini ad avere paura di muoversi in città. Roma, insomma, continua a correre a due velocità. La rivoluzione della mobilità è partita e sembra inarrestabile. Quella della connessione internet, checché ne dica il primo cittadino che lo scorso settembre ha premuto il bottone del 5G e promesso una smart city da lode, resta al palo.

 

Dai blog