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Roma, Circolo degli Artisti pagato troppo caro: quanto ci costa la bonifica

Matteo Vincenzoni
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Non sono bastate le centinaia di migliaia di euro di mancato canone. A ormai dieci anni dalla chiusura e dal sequestro del Circolo degli Artisti di via Casilina Vecchia, il Campidoglio potrebbe essere costretto a spendere quasi un milione di euro per bonificare quegli spazi comunali. Questa non è solo una storia da "cornuti e mazziati", di danneggiati e beffati. Nel caso dell’ex Circolo degli Artisti - così come per altre centinaia di realtà finite dieci anni fa nell’inchiesta Affittopoli - il Comune se l’è andata a cercare e oggi non può che leccarsi le ferite che si è auto-inflitto tra la fine degli anni ’90 e il primo decennio del nuovo millennio. Se oggi siamo a questo punto è grazie ad amministratori coscienti del danno che stavano provocando ai posteri e consenzienti: il maxi-abuso si è consumato nell’arco di 17 anni e nessuno ha mosso un dito, anzi. Chi scrive può considerarsi il "papà" di quell’inchiesta giornalistica che portò alla luce lo scandalo degli immobili commerciali comunali assegnati ma mai concessi, quindi mai trasformati in regolari contratti. E se nessuno dice quanto devi pagare, poi è naturale che nessuno paghi. Il Circolo del Mandrione ne è stato l’esempio più eclatante. Questa Affittopoli, da sola, è costata qualcosa come mezzo miliardo di euro alle casse capitoline. Ma abbiamo speso fiumi di parole per raccontarvela anni fa. Procura ordinaria e Corte dei conti hanno indagato e di fatto nessuno ha pagato. Ora però concentriamoci sul presente, affinché gli errori del passato non ritornino. Qualche settimana fa il sindaco Roberto Gualtieri si è recato in via Casilina Vecchia per un sopralluogo. Le ruspe erano al lavoro per rimuovere una giungla di rovi, decine e decine di tonnellate di immondizia accumulata. Solo per queste operazioni è stata spesa una prima tranche di 60 mila euro e molti di più se ne aggiungeranno per rimuovere decine di manufatti abusivi e quei 2 o 3 metri cubi di amianto che l’ex gestore seppellì "aumm aumm" sotto l’arena cinema, l’estremo sgarro che determinò finalmente la chiusura di quel posto. Il Campidoglio, del resto, ha stanziato 600 mila euro. Il sindaco, nel video che ha girato nell’ex Circolo, parla dei suoi antichi fasti: «È stato uno storico punto di riferimento per i giovani»; poi, quasi con i lucciconi agli occhi, ricorda: «Ci ho suonato anche io!». Diamo atto a Gualtieri del gran posto che fu il Circolo degli Artisti: sala concerti-discoteca, un bar interno e tre punti bar esterni; pizzeria, rosticceria e pure un’arena per spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche. Peccato che tutto, in quei 4 mila metri quadrati, fosse irregolare.

Tutto costruito all’ombra dell’acquedotto Felice, senza uno straccio di autorizzazione e con buona pace della soprintendenza. Anche perché va da sé che non avendo una concessione non avrebbe potuto ottenere i permessi. Una macchina da soldi che non ha mai pagato un euro al Comune. E sul fatto che Gualtieri lì dentro ci abbia suonato, mbè, gli crediamo. Anche perché quella è sempre stata la casa del centrosinistra. Il Circolo nasce abusivamente con la Margherita, cresce con l’Ulivo e diventa grande con il Pd. Nel corso dell’inchiesta Il Tempo ha pubblicato foto e foto di reunion politiche dem in quegli spazi. È lì che il centrosinistra ha bevuto e mangiato per anni ballando sopra l’amianto e cantando "O bella ciao"! Ci sono passati tutti, perfino i big della politica nazionale. E il sospetto che tra i dem e il Circolo ci fosse un patto non scritto, ancora ce l’abbiamo. Un patto per il quale io, Comune, faccio finta di niente, e tu Circolo sei a mia disposizione. Nonostante questo siamo convinti che lì, il giovane Gualtieri, ci abbia suonato per puro amore della musica e della sua chitarra. Ma siccome ora è lui il sindaco, sappia che Il Tempo seguirà con estrema attenzione la riassegnazione di quegli spazi. Che non avvenga, come avvenuto alla fine degli anni ’90, che un abusivo venga cacciato per mettercene un altro, raccomandato e benedetto dalla politica. Al 42 di via Casilina Vecchia c’era un circolo sportivo, il Gis. Il vecchio gestore fu portato in strada con tutta la spalliera del letto a cui si era incatenato. Il futuro patron del Circolo, in strada, si strofinava le mani. Lui, con quel posto, ci avrebbe fatto tanti soldi. Alla faccia di tutti quei "localari" che a Roma si facevano in quattro per pagare ogni mese l’affitto. Ah, dimenticavo. Tra i rovi, sotto una tettoia, è spuntata pure una carrozza d’epoca. Secondo Gualtieri potrebbe essere stata usata in un film di Alberto Sordi. Allora, prendendo in prestito una battuta tanto cara ad Albertone, speriamo che il Campidoglio, questa volta, non rimandi tutto «a quel paese».

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