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Partiti morosi, scattano le diffide dell'Ater: Pd quello con più arretrati

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Martina Zanchi
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Trenta diffide nei confronti di sedi di partito che risultano morose nei confronti di Ater Roma sono partite dall’inizio dell’anno e altre sette verranno inviate dall’azienda nei prossimi giorni. La richiesta è netta: pagare gli arretrati entro trenta giorni, oppure Ater è pronta a intrapredere le vie giudiziarie. È l’inizio dell’attività di regolarizzazione avviata dal commissario Orazio Campo che, sull’onda della protesta montata dopo la pubblicazione dell’elenco dei partiti morosi, dovrebbe portare l’azienda a rientrare di circa un milione e mezzo di euro. In particolare, spiegano fonti di Ater, i destinatari delle prime trenta diffide sono per lo più il Partito democratico e qualche sede della «galassia» comunista e al contempo è in corso il recupero bonario di quattro locali, mentre su pochi altri casi ad esempio quando ci sono di mezzo partiti che non esistono più - sono in corso approfondimenti burocratici.

 

Per quanto riguarda il Pd, che dispone di più locali Ater di tutti gli altri e che nel 2021 ha stipulato un piano di rientro dai 487mila euro di morosità pregressa, come confermato a Il Tempo dalla stessa Ater risulta di nuovo in arretrato per circa 220mila euro complessivi. Somma che i dem si preparano a discutere. «In quanto alle morosità 2023 Ater e la Federazione stanno rivedendo gli eventuali lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che la Federazione sta portando avanti nei singoli circoli per eventualmente scomputare le cifre dagli arretrati 2023», ha spiegato nei giorni scorsi il segretario romano Enzo Foschi. L’obiettivo a quanto pare, al netto delle singole situazioni, è quello di stipulare «un adeguamento del piano di rientro».

Ieri intanto la commissione regionale Patrimonio avrebbe dovuto affrontare il tema della morosità dei partiti in una seduta che, all’ultimo momento, è stata rimandata. Al vaglio non ci sarebbero stati solo i dem bensì anche numerosi circoli di Rifondazione comunista, Sel, Udc, socialisti e persino il Partito repubblicano. E dalla lista risulta che, con pochissime eccezioni, quasi tutte le sedi risultano morose per cifre che in alcuni casi superano i 100mila euro.

Ma non sfugge ad Ater che qualcosa negli elenchi non quadra. Considerando solo il Pd, infatti, le sedi che risultano morose sono 20 su 22. Eppure di quei circoli soltanto 18 sono ancora aperti. Serve una bonifica e Ater conta nel lavoro della «due diligence» affidata a società esterne che avrà proprio il compito di far luce sui crediti realmente esigibili.

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