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Michelle Causo uccisa con sei coltellate. Spunta un debito di 40 euro

Augusto Parboni
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La 17enne Michelle Maria Causo è stata colpita cinque o sei volte con un coltello da cucina. Poi è stata infilata in un sacco nero, messa in un carrello della spesa e il corpo abbandonato accanto ai cassonetti. Gli investigatori hanno sequestrato l’arma che sarebbe stata usata per ammazzare la giovane: il cadavere è stato trovato in via Stefano Borgia, a Primvalle. Per il delitto è stato fermato un coetaneo, con l’accusa di omicidio. Si tratta di un minorenne italiano, ma di origine cingalesi, amico della vittima. Per ricostruire ciò che è accaduto prima dell’omicidio, per individuare il movente e per capire quali erano i rapporti tra Michelle e l’indagato, gli investigatori della Squadra Mobile e i colleghi del Commissariato Primavalle hanno ascoltato decine di persone, giorno e notte.

In base a quanto riferito da una negoziante, accanto al cassonetto alle 15 non c’era il carrello con il cadavere, mentre alle 15,45 sul posto era già presente la polizia, avvertita da un passante. Secondo la ricostruzione dagli agenti, il ragazzo, dopo averla uccisa nell’appartamento dove vive con la madre e aver messo il corpo con i vestiti addosso nel sacco, lo avrebbe trascinato per le scale fino all’androne del palazzo in via Giuseppe Benedetto Dusmet, distante 150 metri dai cassonetti. Poi avrebbe preso il carrello dal vicino minimarket per trasportare il cadavere in via Borgia.

 

Gli inquirenti stanno setacciando la vita sentimentale e social del ragazzo. Il minorenne si sarebbe infatti lasciato con la fidanzata un mese e mezzo fa e subito dopo avrebbe iniziato ad avere «un comportamento più chiuso e aggressivo», come raccontato da alcuni amici. La ragazza, invece, era fidanzata con un coetaneo da circa un anno e mezzo. Tra le ipotesi investigative c’è la possibilità che l’indagato, invaghito della ragazza, possa essere stato rifiutato. Ma spunta anche quella di un debito, tra i due, di appena 40 euro. Entrambi i motivi potrebbero aver fatto scattare il raptus.

 

La musica trap, le droghe, gli alcolici. I video che pubblicava il 17enne sui social sembravano somigliarsi tutti. Questi elementi, infatti, erano spesso presenti. «Non è roba da strada. Io vengo a prenderti l’anima», si legge in un suo post su Instagram. Alla fine della frase un emoticon a forma di coltello. E poi ancora le canzoni trap scritte da lui e dedicate a un amore finito. «Mi hai portato via la mia migliore amica, devi marcire in galera», ha scritto invece nei commenti un amico della vittima. Anche i genitori sono stati sentiti dagli agenti della Mobile. Il padre ha detto che la figlia avrebbe rifiutato il coetaneo, la madre invece sarebbe convinta che il giovane fermato non avrebbe agito da solo. Intanto è stata fissata per lunedì l’udienza di convalida del fermo per l’omicidio di Michelle, che proprio due giorni prima di morire, il 26 giugno, aveva festeggiato il suo diciassettesimo compleanno. 

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