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Roma, approvato il piano Ama da 700 milioni: investimenti in impianti, mezzi e personale

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Martina Zanchi
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Era il tassello che mancava per avviare il nuovo corso voluto dall'amministrazione Gualtieri in tema di rifiuti. Il consiglio d'amministrazione di Ama spa ha approvato il nuovo piano industriale dell'azienda, fondamentale per ripensare il sistema di raccolta in città. Ora, per completare il quadro, manca il nuovo contratto di servizio con Roma Capitale, atteso nei prossimi mesi. Intanto la nuova programmazione, che va dal 2023 al 2028, prevede investimenti per oltre settecento milioni (93 solo quest'anno) mentre il costo di trattamento dei rifiuti dovrebbe scendere dagli attuali 173 milioni a 64,8 tra cinque anni. La promessa ai cittadini è quella di potenziare la raccolta anche «a bordo cassonetto» - dove oggi si accumulano quantità esorbitanti di pattume - e di introdurre un servizio ad hoc per il decoro di cento piazze.

 

 

Ama punta inoltre a potenziare la flotta aziendale con altri trecento mezzi e ad assumere, entro il Giubileo, seicento nuovi operatori. E proprio per tenere la città pulita durante gli eventi giubilari sarà messa in campo una task force apposita. Sul fronte della raccolta il piano di Ama si pone come obiettivo il 60% di differenziata entro il 2028. Un target ambizioso, visto che oggi la percentuale è di appena il 45,9%. In linea generale, peraltro, l'azienda conta di raggiungere il 45% della popolazione (dal 33% attuale) con metodi di raccolta «riconducibili - spiega il Campidoglio - al porta a porta». Sistema, questo, che in alcune aree urbane sarà riorganizzato in «domus ecologiche». Non verrà abbandonata, tuttavia, la raccolta affidata ai secchioni stradali, che anzi sarà potenziata. E a quanto pare non ci sono variazioni neanche sull'affidamento a ditte esterne delle utenze non domestiche. Servizio per cui, peraltro, di recente il presidente di Ama, Daniele Pace, ha provato a valutare la re-internalizzazione. Saranno invece potenziati del 20% i «prelievi» presso le attività commerciali, in particolare quelle che svolgono attività di ristorazione.

 

 

Altra novità è la creazione di otto nuovi centri di raccolta (oggi ce ne sono tredici) entro il 2026. L'obiettivo è quello di incrementare di 40mila tonnellate il quantitativo di materiali (tra ingombranti, legno, Raee e anche residui tessili, in alcuni centri) che i cittadini possono conferire gratuitamente per avviarli al riciclo. Partirà inoltre, in via sperimentale, la raccolta differenziata «a chiamata» di pannolini e pannoloni. Ma al di là dei servizi puntuali offerti alla cittadinanza, il piano industriale serve ad affiancare il «piano rifiuti» presentato, nelle scorse settimane, dal sindaco Roberto Gualtieri. Ama punta quindi «ad abbattere la dipendenza da terzi e ad aumentare la sua autonomia nella gestione integrata dei rifiuti» dall'attuale 13% fino a superare il 70%. Così, oltre ai due biodigestori e a una coppia di impianti di selezione di carta e plastica, si prevede di costruire quattrositi più piccoli per i materiali assorbenti, i rifiuti tessili, gli oli esausti e le terre di spazzamento. «Sarà previsto anche - aggiunge Ama - un potenziamento delle attrezzature relative a trattamento e "filmatura", al fine di garantire il conferimento anche in assenza di impianti di destino nell'Ato di riferimento». L'ambizione, afferma il presidente Pace, «è quella di posizionare Ama come player e operatore industriale di riferimento nazionale per l'economia circolare». Gli fa eco l'assessore all'Ambiente, Sabrina Alfonsi, mentre per il sindaco, Roberto Gualtieri, «sarà finalmente possibile un servizio di raccolta, trattamento e smaltimento all'altezza di tutte le altre capitali europee e di quanto meritano le cittadine e i cittadini di Roma».

 

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