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Femminicidio Martina Scialdone, i pm: "Bonaiuti l'ha incontrata per ucciderla"

La procura contesta la premeditazione

Elena Ricci
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Si svolgerà questa mattina davanti al Gip l'interrogatorio di garanzia di Costantino Bonaiuti, l'ingegnere di 61 anni e quadro sindacale Enav che venerdì sera ha ucciso a colpi di pistola l'ex compagna, l'avvocatessa 35enne Martina Scialdone, all'esterno del ristorante Brado in via Amelia. I Pm capitolini contestano all'uomo l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, motivi abietti e futili e di avere agito contro una persona a cui l'uomo era legato sentimentalmente.

Bonaiuti venerdì sera era uscito con l'arma al seguito. Questo è l'elemento che porta i pm ad ipotizzare la premeditazione dell'omicidio. È stato lui stesso infatti, a chiedere un incontro chiarificatore a Martina Scialdone. La donna, convinta a non proseguire quella storia, aveva accettato purché si fossero incontrati in un luogo frequentato da altra gente, da qui la scelta di cenare da Brado che si trova nei pressi dell'abitazione della giovane. Quella di venerdì è stata l'ennesima lite, l'ultima. L'uomo era accecato dalla gelosia, motivo per cui Martina aveva deciso di troncare la relazione e riprendersi una vita che purtroppo ha perso.

 

Sempre in mattinata, probabilmente, saranno sentiti anche i gestori del locale dove i due hanno cenato prima dell'omicidio. La proprietà del ristorante ha fatto sapere, con un post su Facebook, che sta collaborando con le autorità per le indagini, smentendo la versione secondo la quale la ragazza sarebbe stata cacciata dal bagno del ristorante in seguito alla lite.

«Oggi e domani rimarremo chiusi per esprimere la massima sensibilità a familiari e amici della vittima - scrive lo staff del ristorante - ci teniamo a ringraziare i nostri clienti che hanno collaborato per calmare la situazione e che hanno potuto appurare che abbiamo fatto tutto il possibile allertando le autorità sin dal primo momento. Ringraziamo inoltre in modo particolare una nostra cliente che avendo competenze mediche ha tentato immediatamente di rianimare e dare soccorso alla ragazza.

In merito alle informazioni false e diffamatorie che stanno girando sul web, ci teniamo a sottolineare che non fanno altro che aggiungere dolore a questa triste storia e che sono il frutto di una ricostruzione dei fatti rilasciata da chi non era neanche presente all'interno del locale durante l'accaduto». Martina dunque, non sarebbe mai stata cacciata dal bagno del ristorante. La ragazza si sarebbe rifugiata pensando che Bonaiuti se ne andasse, quando invece è uscita, lo ha trovato all'esterno del locale dove si è consumata la tragedia. «Noi abbiamo tentato di proteggerla - hanno raccontato alcuni dipendenti del ristorante - la povera ragazza è stata uccisa a un centinaio di metri dal nostro locale, solo dopo essere stata colpita è tornata indietro ferita e noi ci siamo immediatamente attivati per soccorrerla».

La giovane avvocatessa è stata uccisa da un colpo al petto sparato a bruciapelo. Ha percorso qualche metro e poi si è accasciata davanti al locale. Ogni tentativo di rianimarla si è rivelato inutile ed è spirata poco dopo. Bonaiuti, fuggito in auto, è stato arrestato poco dopo dalla polizia. All'arrivo degli agenti non avrebbe opposto resistenza. Durante la perquisizione domiciliare sarebbero state trovate altre 4 pistole regolarmente detenute. L'uomo era un appassionato di armi e si recava regolarmente al poligono di tiro di Tor di Quinto, lo stesso dove Campiti, autore della strage di Fidene, ha rubato l'arma con cui ha ucciso quattro donne. 

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