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Regione Lazio, per la pace tra il Pd e i grillini si scomoda pure il Nobel Parisi

Carlantonio Solimene
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È uno straordinario fisico, Giorgio Parisi. Ma sembra faticare ad apprendere le lezioni del passato. Proprio in questi giorni, infatti, a causa della scomparsa di Benedetto XVI è tornata in auge la polemica sullo stop che arrivò dalla Sapienza nel novembre 2007 alla presenza dell’allora pontefice Ratzinger all’inaugurazione dell’anno accademico. A seguito della protesta di docenti e studenti, la Santa Sede decise di declinare l’invito e così si ebbe l’immagine poco edificante di un Papa teologo e filosofo scacciato dal tempio del sapere per un non ben comprensibile primato della «laicità dello Stato». Tra i firmatari dell’appello anti-Ratzinger ci fu, appunto, proprio Giorgio Parisi. Che la tendenza a mettere il suo sigillo sotto documenti controversi non l’ha persa, se è vero che ieri ha sottoscritto la lettera appello affinché Pd, Verdi e Cinquestelle corrano uniti nel Lazio e non, come è ad oggi, con due candidati diversi.

 

 

«Questa scommessa elettorale autolesionista sarà però pagata da cittadine e cittadini del Lazio - si legge nell’appello firmato, tra gli altri anche da Fabrizio Barca, Luciana Castellina, Christian Raimo, Tomaso Montanari - che vedono un’intera classe dirigente lasciare alla destra settori chiave come la sanità pubblica, l’ambiente, i trasporti, la formazione, il welfare. Per di più, il voto nel Lazio per ammissione della stessa presidente del Consiglio ha valenza nazionale: rappresenta una prima prova politica per il governo Meloni e dunque un’occasione per cominciare ad arginare le destre». Insomma, il Nobel Parisi, tra una ricerca e l’altra, trova il tempo e l’interesse di occuparsi delle piccole beghe politiche del Lazio. Spiegando quanto sia necessario, attraverso la santa alleanza Conte-Pd, «arginare le destre». Senza considerare che le suddette destre non marceranno sul Lazio in camicia nera e con i manganelli. Ma, se i votanti lo vorranno, con democraticissime elezioni. La legge dei numeri, insomma. Che, questa sì, un fisico come Parisi dovrebbe conoscere assai bene.

 

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