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Roma, scovati 95 furbetti del reddito di cittadinanza

Pina Sereni
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Incassavano tutti i mesi l'assegno del reddito di cittadinanza senza averne diritto. Sono state in tutto 95 le persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza individuate dai carabinieri. Si tratta di 52 cittadini stranieri e 43 italiani, gravemente indiziati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. In tutto le somme erogate indebitamente per il sussidio, sarebbero di oltre mezzo milione di euro.

I carabinieri del Nucleo operativo della compagnia Piazza Dante hanno accertato che 60 persone, appartenenti a 33 nuclei familiari, a vario titolo, hanno prodotto false dichiarazioni o hanno omesso di comunicare all'ente erogatore informazioni rilevanti circa la sussistenza o permanenza dei requisiti per percepire il reddito di cittadinanza o del reddito di emergenza. In particolare alcuni hanno «dimenticato» di dichiarare il possesso di appartamenti o terreni seminativi, oppure hanno fornito false informazioni in merito alla composizione del nucleo familiare ed effettiva residenza, simulando ad arte l'esistenza di più persone nel nucleo familiare per ampliare il diritto di percezione. Altri hanno omesso di dichiarare i procedimenti giudiziari a loro carico nell'ambito dei quali alcuni sono stati destinatari di misure precautelari e cautelari, con restrizioni agli arresti domiciliari e in carcere. I carabinieri del Nucleo operativo Roma Centro, invece, hanno riscontrato che 35 cittadini stranieri, provenienti dal continente africano, hanno percepito, nell'ultimo triennio, il reddito di cittadinanza ottenuto dopo aver dichiarato falsamente di risiedere nel territorio italiano da almeno 10 anni, producendo autocertificazioni non veritiere.

Dai calcoli effettuati, le 95 persone avrebbero percepito, in assenza dei requisiti di Legge, la somma complessiva di 564.724 euro. E per questo sono state denunciate. Già a inizio mese i carabinieri del Nucleo Investigativo avevano denunciato 23 soggetti- tre dei quali cittadini stranieri - gravemente indiziati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I Carabinieri, normalmente, effettuano verifiche in questo senso sul conto delle persone che vengono arrestate o denunciate a piede libero nel corso delle normali attività di controllo o che risultano indagate in operazioni di servizio più articolate: nel caso specifico, le posizioni prese in esame dai carabinieri sono state, perlopiù, quelle degli indagati coinvolti nell'operazione «Tritone» - a seguito della quale 65 persone finirono agli arresti, alcune delle quali gravemente indiziate di far parte di un'associazione per delinquere di stampo mafioso.

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