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Buco di bilancio a Roma, conti in rosso in Campidoglio

Giulia Sonnino
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Non sarà stato un brunch leggero quello mandato giù ieri dai consiglieri dell’Assemblea Capitolina, convocati dall’Assessore al Bilancio, Silvia Scozzese, per discutere di una situazione che potrebbe far mettere in dubbio le doti da «super tecnico» per le quali un anno fa era stata nominata. A un mese dall’approvazione del bilancio di previsione 2023, Roma scopre infatti di avere un ammanco di circa 400 milioni di euro. Il grande «colpevole» sarebbe la sentenza con la quale, a metà ottobre, la Corte Costituzionale ha allargato l’esenzione Imu alla seconda casa del nucleo familiare, nel caso in cui questa sia la residenza di uno dei due coniugi. Tradotto, quasi 200 milioni in meno nelle casse del Campidoglio. E l’altra metà? In parte c’è di mezzo ancora una volta una sentenza: quella su un contenzioso tra il Comune e i suoi dipendenti, che rivendicavano scatti sulle retribuzioni. Qualcuno aveva fatto male i calcoli e adesso bisognerà pagare tra i dieci e i dodici milioni di arretrati.

E poi ancora una serie di voci, che vanno dalle ripercussioni della guerra in Ucraina al caro energia, dai mancati ristori dell’era post Covid alla rottamazione delle cartelle esattoriali promessa dal Governo. Un insieme di introiti venuti meno o spese non previste e non prevedibili, secondo chi cerca di difendere l’operato di Scozzese, sostenendo che poco avrebbero a che vedere con le sue capacità gestionali, ma che sarebbero il risultato di situazioni di forza maggiore o di scelte fatte a livello politica nazionale. Fatto sta che la fotografia del bilancio presentata dall’Assessore è un frame in bianco e nero. Eppure per anni, quando il centrosinistra doveva far quadrare i conti, il nome che costantemente spuntava fuori era proprio il suo, quello di Silvia Scozzese. Motivo per cui il sindaco Gualtieri le ha affidato un incarico tanto delicato e motivo per cui ci si chiede come sia possibile che, proprio in virtù della sua esperienza nella finanza degli enti locali, nessun campanello d’allarme le sia risuonato in testa fino a oggi, considerando che la principale sentenza sotto accusa risale ormai a un mese e mezzo fa e che della guerra, del caro bollette e delle rottamazioni si parla ormai da mesi.

 

 

 

Ora l’assessore chiede ai suoi colleghi un taglio del 10-15% delle spese messe in conto per il prossimo anno. «Ma - rassicura il consigliere capitolino del Pd Giovanni Zannola - nonostante la complessità della situazione, i tagli non toccheranno i servizi alla persona. Anzi, il nostro impegno sarà di migliorare l’intero ambito dei bisogni sociali». Mentre aspettiamo la sfoltita ai budget, non dimentichiamo il vero tema del bilancio: l’incapacità di spesa e riscossione del Comune, che resta a livelli preoccupanti, «quasi da terzo mondo», si lascia scappare una voce dall'Assemblea.
 

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