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Roma, la nube di diossina finisce in procura: si valuta il reato di inquinamento

Martina Zanchi
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La procura acquisirà i dati dell'inquinamento atmosferico sprigionato dal devastante incendio di Don Bosco. In queste ore gli inquirenti coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, che procedono per incendio doloso verificando anche la gestione pubblica del verde e dei rifiuti abbandonati, stanno dedicando un'attenzione particolare alle analisi di Arpa sui campioni d'aria prelevati in via Saredo e all'aeroporto militare «Francesco Baracca», adiacente al parco archeologico di Centocelle. Il giorno dell'incendio i valori di diossina rilevati dal primo campionatore sono stati oltre 35 volte più alti del limite suggerito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ed elevate sono state anche le concentrazioni di benzoapirene e policlorobifenili (Pcb), sprigionati dalle fiamme che hanno inghiottito anche tre autodemolitori.

 

 

A poca distanza il rilevatore Arpa dell'aeroporto, tra il 9 e 10 luglio, ha registrato oltre 23 volte il limite Oms di diossine. La direzione impressa alle indagini pare essere quella di valutare anche l'ipotesi di inquinamento. La situazione, comunque, migliora in via Saredo, dove i dati di domenica sono rassicuranti: il livello di diossina si è ridotto da 10,6 a 0,5 pg/m3, lievemente superiore ai livelli di guardia dell'Oms, pari a 0,3pg/m3.

 

 

Chi indaga sulla serie di roghi divampati in questi giorni nella capitale tiene il faro puntato su quattro episodi, i più gravi: oltre al disastro di Don Bosco, su cui procede la polizia di Stato, l'incendio che ha distrutto il Tmb 2 di Malagrotta il 15 giugno, in mano al Noe dei carabinieri; quello della Monachina il 27 giugno, quando è andato a fuoco anche un deposito di camper; infine il rogo a Pineta Sacchetti, che il 4 luglio ha distrutto parte del parco del Pineto. Su questi ultimi due fatti indaga l'Arma. Il procuratore capo ha stabilito che le forze dell'ordine lavorino in stretta sinergia: una «task force» con l'obiettivo di scambiare informazioni significative e velocizzare le indagini. A guidare i lavori saranno i Forestali il cui compito, secondo quanto emerso, è quello di assemblare i dati delle informative e convogliarli, eventualmente, in un unico fascicolo d'inchiesta. Roma Capitale intanto accelera sulla delocalizzazione degli sfasciacarrozze. Ieri l'assessore all'Ambiente, Sabrina Alfonsi, ha descritto le due ipotesi in campo: «La prima è che il Comune individui degli spazi con un bando, l'altra è che gli autodemolitori individuino le soluzioni all'interno di una lista di luoghi esistenti, ad esempio i Print, dove possono chiedere la licenza». 

 

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