Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Roma, il grido di bar e ristoranti: no al green pass, un dipendente su quattro è senza

Damiana Verucci
  • a
  • a
  • a

Potrebbe mancare personale nei ristoranti, bar e negozi della Capitale. Dal prossimo venerdì, quando entrerà in vigore l'obbligo del green pass anche per i dipendenti, il rischio per i datori di lavoro è trovarsi senza il personale al lavoro al completo. Nel settore della ristorazione il Movimento Mio stima che ci sarà un lavoratore su quattro senza green pass, significa un 25% di forza lavoro che al momento è sprovvista del passaporto vaccinale e non ha alcuna intenzione di farlo. C’è anche chi alla fine, per non restare senza stipendio, opterà per il tampone, certo, ma l’allarme per la categoria al momento è alto.

 

«La mancanza di dipendenti andrà a peggiorare la già precaria e negativa situazione del comparto ospitalità - tuona il leader del Movimento, Paolo Bianchini - generando una diminuzione della produzione e il conseguente calo di fatturato, già dimezzato rispetto il periodo pre-covid». Da qui la richiesta di cancellazione di questo provvedimento applicato solo in Italia «che minaccia il diritto al lavoro di decine di migliaia di persone». Potrebbero mancare cuochi, lavapiatti, ma soprattutto camerieri, fa sapere Sergio Paolantoni, presidente Fipe Confcommercio. «C’era già una carenza questa estate, ormai è considerato un lavoro di serie B, non vuole farlo più nessuno, anche per colpa secondo me di una certa immagine che di questo lavoro si dà in televisione, vogliono tutti diventare chef importanti, ma pochi si rendono conto che bisogna fare esperienza prima. Sì, comunque, tra gli esercenti c’è il timore di avere meno personale al lavoro e questo ulteriore provvedimento per noi è di certo un altro aggravio».

 

C’è chi, come Claudio Pica, presidente Fiepet Confesercenti dice, «non ci sto soprattutto al fatto che questo green pass va esibito al datore di lavoro ogni giorno. E se uno ha un’azienda con cinquanta, cento lavoratori cosa fa? Deve mettere una persona apposta all'ingresso a verificare ogni giorno se il dipendente ha con sé o no il green pass?». Nei ristoranti è già iniziata la verifica di chi ha o no il passaporto vaccinale e se è vero che la maggior parte ne è già munita, su una media di quattro dipendenti uno ne è sprovvisto o perché deve fare ancora il vaccino o perché non vuole farlo proprio. Lo stesso sta accadendo nei negozi e nel settore del commercio in genere. «Stimiamo almeno un 10/15 per cento di dipendenti che è sprovvisto attualmente di green pass - fa sapere Valter Giammaria, presidente Confesercenti Roma - questo è un problema per il comparto se si considera che mediamente un negozio di dimensioni normale ha alle dipendenze due/ tre commessi.

Molti, immaginiamo, opteranno per il tampone da fare un giorno sì e uno no, resta il fatto che c'è uno zoccolo duro di dipendenti che non credono al vaccino e non lo faranno comunque, abbiamo già fatto un primo sondaggio tra il personale e in questa situazione già molto complicata per il commercio, trovarsi a dover far fronte anche ad un allarme del genere non mette certo di buon umore i titolari delle attività».
 

Dai blog