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Elezioni Roma 2021, Michetti e Gualtieri al ballottaggio. Oltre metà dei romani sceglie l'astensione

Carlantonio Solimene
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Saranno Enrico Michetti e Roberto Gualtieri a contendersi, tra due settimane, la poltrona di sindaco di Roma per i prossimi 5 anni. I risultati del primo turno delle Amministrative hanno confermato le previsioni della vigilia, con il candidato del centrodestra che - con poco oltre la metà delle sezioni scrutinate - vince la prima «tappa» con il 30,7% dei consensi, restando però 1,2 punti sotto la somma percentuale raccolta dalle liste che lo sostenevano, il 31,9%. Secondo il candidato del centrosinistra, Gualtieri, con il 26,8%, a sua volta con un dato inferiore rispetto a quello dei partiti della sua coalizione, arrivati al 27,7% totale.

Significativa sconfitta per la sindaca uscente Virginia Raggi, che si ferma al 19,7% e finisce quarta, dopo Carlo Calenda che, correndo con un'unica lista - quella del suo partito Azione! - coglie un buon risultato personale, il 19,8.%.

Altrettanto significativo, o forse anche di più, è però il dato dell'astensione. Per la prima volta nella storia a scegliere il sindaco della Capitale è meno di un romano su due. L'asticella dell'affluenza si ferma infatti al 48,83%, lontanissimo dal 57,03% che si era recato alle urne cinque anni fa per il primo turno.

Un dato che è assimilabile a quello delle altre grandi città al voto - ovunque, da Milano a Napoli, non è stata raggiunta la metà dei votanti - e che è forse in parte dovuto anche alla coda della pandemia. Ma a Roma i numeri assumono un significato ulteriore: ad aver disertato le urne, infatti, sono soprattutto le periferie. Il VI Municipio, quello di Tor Bella Monaca, fa segnare il dato più basso di tutta la città: appena il 42,8% di votanti. Proprio quelle periferie che sono state uno dei leit motiv della campagna elettorale di tutti i candidati - Enrico Michetti ha promesso un assessore specifico, Virginia Raggi si è vantata di averle rimesse a nuovo - al momento della verità hanno deciso di rimanere a casa. Un chiarissimo segnale di sfiducia verso la politica di quella fascia della popolazione che, più di altre, dovrebbe sperare nel cambiamento. Un flop della rappresentanza che dovrà far riflettere tutti, vincitori e sconfitti del primo turno.

Ora si apre una nuova partita nella quale Michetti parte in vantaggio nei confronti di Gualtieri ma che, per il candidato del centrodestra, si preannuncia complessa. Mentre lo spoglio era appena agli inizi erano già partiti alcuni tentativi di «endorsement» dalla coalizione dell'avvocato amministrativista nei confronti degli sconfitti del primo turno. Il senatore di Forza Italia Francesco Giro ha strizzato l'occhio all'elettorato grillino: «Alla sindaca Raggi dico che ha lottato come una leonessa ma in politica alla fine contano i fatti e non i racconti o i desideri. Ora personalmente mi rivolgo agli elettori dei 5 Stelle: decidano con la loro testa e non con quella dei palazzi romani che già prefigurano un accordicchio Conte-Letta». Vittorio Sgarbi, assessore in pectore alla Cultura in caso vinca Michetti, ha reso invece l'onore delle armi a Calenda, invitando il suo candidato sindaco a offrire un assessorato al leader di Azione!

Gli sconfitti del primo turno, però, al momento non sembrano voler cedere alle lusinghe di Michetti e Gualtieri. Se l'elettorato grillino appare troppo fidelizzato alla Raggi per dirigersi in massa su un altro candidato al ballottaggio (ma Roberta Lombardi invita a non essere «pregiudizialmente oppositivi a Gualtieri»), appena un po' più possibilista si è dimostrato Calenda. «Non fare) alcun apparentamento - ha detto - semmai potrei dare nei prossimi giorni un'indicazione di voto personale e senza nessuna contropartita». Non c'è dubbio che il 18% del candidato centrista si rivelerà decisivo al secondo turno. La caccia ai suoi elettori aperta, ci sono poco più di dieci giorni per conquistarli.

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