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Pronto soccorso per tutti, i medici del Cto battono Zingaretti

Antonio Sbraga
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No ad un Pronto Soccorso che sia solo ortopedico al Cto Alesini, come quello istituito lo scorso anno dall’Asl Roma 2. A scriverlo è il Consiglio di Stato: con un’ordinanza i giudici della sezione terza chiedono all’azienda sanitaria che si «riqualifichi il Pronto Soccorso in termini coerenti con la sua piena funzione di presidio emergenziale, ovvero ne riconsideri gli stessi limiti e le possibilità di funzionamento». La richiesta era stata avanzata nel ricorso presentato dagli stessi ortopedici del presidio di Via San Nemesio, che lamentano attualmente «di dover curare pazienti con patologie non ortopediche e denunciando una serie di criticità e di carenze dotazionali, tali da rendere il Pronto Soccorso inidoneo ad assolvere la sua funzione di presidio emergenziale». E anche per i giudici amministrativi «le risultanze di causa descrivono un quadro fattuale di non lieve gravità, tale da non giustificare il perpetuarsi di un servizio di Pronto Soccorso privo delle specialità di urgenza necessarie al trattamento, in condizione di adeguata sicurezza e cautela, della variegata casistica che ad esso fa accesso. Questa conclusione si ricava innanzitutto dalla consistenza delle cartelle cliniche» refertate nella struttura sanitaria. Con «l’approdo al Pronto Soccorso di pazienti portatori di morbilità non sempre coerenti con la vocazione monospecialistica della struttura, dunque necessitanti di cure ivi non adeguatamente erogabili». Gli ortopedici che hanno promosso il ricorso, predisposto dall’avvocato Alessandro Bianchini, ritengono «necessario predisporre quanto prima un pronto soccorso comprensivo delle specialità d’urgenza (cardiologo, anestesista, internista, chirurgo) utili al trattamento dei casi più disparati che ogni giorno, e ad ogni ora, si presentano al pronto soccorso. Si riporta come esempio cartella clinica di un paziente deceduto a seguito di infarto il 4 febbraio scorso presso il Cto e non prontamente sottoposto al trattamento del cardiologo, il quale si trovava in reperibilità notturna»”. Ora si attende la fissazione dell’udienza pubblica per la trattazione della causa nel merito, ma per i giudici «le controdeduzioni avanzate dalla difesa della Asl appaiono inappaganti anche nella parte in cui prospettano, come strumento idoneo a fronteggiare la problematicità delle ipotesi, la possibilità di effettuare la stabilizzazione del paziente e di trasferirlo in tempi rapidi al “Presidio Ospedaliero S. Eugenio” (sede di DEA di primo livello), posto ad una distanza di 5 km dal CTO Alesini».

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