Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

In via Due Ponti il cantiere rifugio di sbandati

Esplora:

Elena Ricci
  • a
  • a
  • a

Cemento, ferraglia ed erbacce. Tutto intorno silenzio e degrado. Complice anche la giornata uggiosa, è davvero uno scenario inquietante quello si presenta davanti agli occhi in via dei Due Ponti, sulla Cassia. All’altezza del civico 180, adiacente ad alcune palazzine, sorge un cantiere in stato di abbandono. Si tratta di uno scheletro di cemento armato di quella che avrebbe dovuto essere una palazzina di circa 4 appartamenti, circondata da una impalcatura e recintata con barriere di alluminio oramai logorate dal tempo. Nessun cartello di lavori in corso, nessun riferimento, nessun cenno sui proprietari. Solo la forte preoccupazione delle famiglie che abitano accanto, costrette ogni giorno ad affacciare su un luogo fatiscente dove la vegetazione cresce prepotente e divenuto accampamento di extracomunitari senza fissa dimora e tossicodipendenti.

Come ci hanno spiegato alcuni residenti, lo stabile risulterebbe abbandonato all’incirca da 17 anni. Pare fosse di proprietà di due anziani coniugi che passati a miglior vita avrebbero lasciato il tutto ai figli. Questi ultimi, lavorando e vivendo lontani da Roma, avrebbero venduto la proprietà ad una società di costruzioni che avrebbe iniziato dopo poco i lavori di ristrutturazione. «Doveva essere una casa indipendente - ci racconta un residente - poi questa società di costruzioni che acquistò la proprietà, iniziò a commettere gravi abusi edilizi, tant’è che arrivò la Polizia Locale a fermare tutto. Da allora è rimasto tutto così, abbandonato». Altri residenti raccontano che la proprietà avrebbe abbandonato il cantiere non avendo la disponibilità economica per sanare gli abusi commessi.

C’è anche chi, negli anni, ha presentato diversi esposti sia alle forze dell’ordine che al comune di Roma. Fino a qualche anno fa, il cantiere abbandonato è stato meta di sbandati e tossicodipendenti. Da qualche anno, invece, è diventato rifugio e dormitorio di extracomunitari e senza fissa dimora. «Li ho visti entrare io stessa - ci racconta un’altra residente - vivono qui, occupano questo stabile. Probabilmente avranno individuato qualche nicchia alzando pareti con dei tendoni. Non sappiamo come facciano a vivere lì dentro e se attingano acqua ed energia elettrica abusivamente, né se utilizzino bombole del gas». Sicuramente tutti pensieri che allarmano chi abita nelle immediate vicinanze e che, se confermati, sarebbero un pericolo per l’incolumità pubblica. «La scorsa estate a seguito di una segnalazione sono venuti i Carabinieri a fare un sopralluogo. Ma non abbiamo saputo più nulla e le cose sono rimaste invariate».

L’intero comprensorio è fatiscente e pericolante. Le lamine in alluminio che circondano il cantiere sono divelte e, osservando tra le aperture oltre l’erba alta, si intravedono diversi rifiuti: da stracci, bottiglie di vetro o sacchetti in plastica. Sicuramente una situazione di degrado anche dal punto di vista igienico, per non parlare dell’impalcatura che - stando alle lamentele dei residenti - starebbe cadendo a pezzi. «Quando c’è vento forte, pezzi dell’impalcatura finiscono per strada e sulle auto». Una situazione di pericolo dunque, oltre che per i residenti e per gli stessi occupanti della struttura, anche per chi è di passaggio. «Ad oggi mai nessuno ha preso provvedimenti - lamentano da via dei Due Ponti – dobbiamo aspettare che ci scappi il morto?». Nel frattempo della questione si è interessato il consigliere del XIV Massimiliano Pirandola, il quale, accolti i timori dei residenti, sta cercando di fare chiarezza sulla vicenda.
 

Dai blog