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Bancarotta fraudolenta, arrestato il patron del gruppo Cavicchi

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Giancarlo Cavicchi, patron dell’omonimo gruppo operante nel settore della gestione di alberghi, ristoranti e attività turistiche, è finito ai domiciliari. I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito l’ordinanza del gip del Tribunale, su richiesta del pm Carlo Villani. Agli arresti domiciliari anche la moglie dell'imprenditore 80enne, Franca Mingotti (classe 1942), in carcere invece il figlio dei due, Cristiano Cavicchi (50 anni) e il loro consulente fiscale, Luigino Bellusci (classe 1958), tutti indagati per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.

 

 

L’autorità giudiziaria ha, altresì, disposto la misura interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese per la durata di 12 mesi nei confronti di 7 compiacenti “prestanome”, posti fittiziamente al vertice di alcune imprese per dissimularne la riconducibilità agli arrestati. Disposto anche il sequestro preventivo di somme, beni immobili e mobili per oltre 3,5 milioni di euro. Il provvedimento trae origine dalle indagini delegate al nucleo di Polizia economico-finanziaria a seguito della dichiarazione di fallimento di due società del gruppo: La Colombina srl e Italia Resort srl. Gli accertamenti hanno consentito di acclarare come il sodalizio composto dai membri della famiglia Cavicchi, avvalendosi della partecipazione attiva di Bellusci, che collaborava per suggerire e attuare gli “aggiustamenti contabili” ritenuti necessari, hanno posto in essere numerose operazioni volte al depauperamento delle società in difficoltà, a favore di altre neo-costituite per poter continuare, prive dei debiti accumulati nei confronti dei lavoratori, dei fornitori e dell’Erario, nella gestione delle strutture ricettive e degli esercizi di ristorazione nella Capitale e in provincia di Bologna.

 

 

Nel corso delle investigazioni sono stati ricostruiti pagamenti disposti dai conti di una delle due società fallite a favore di altre imprese riconducibili allo stesso dominus, in assenza di alcuna giustificazione economica, per quasi 3 milioni di euro, che costituiscono le somme oggetto del reato di autoriciclaggio. E’ stato inoltre accertato l’omesso versamento della tassa di soggiorno per 593.062 euro al Comune di Roma, in relazione alla gestione dell'hotel Alta Quota Palacavicchi in via di Ciampino, per cui i coniugi Cavicchi sono indagati anche per peculato.

 

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