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Morto di covid a 35 anni, domani i funerali di Stefano Limongi. Raccolta fondi degli amici

Valentina Pelliccia
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Stefano Limongi, giovane ragazzo di 35 anni (il 14 maggio ne avrebbe compiuti 36) di Roma, è morto il 5 marzo, a seguito di complicanze respiratorie causate da polmonite da Covid, dopo un lungo ricovero di alcune settimane in terapia intensiva. Imprenditore, titolare del noto ristorante "Kuma Sushi Bar" alla Bufalotta e socio di altri locali della Capitale, Stefano si era fatto portavoce della situazione attuale di crisi che coinvolge anche i ristoratori girando un breve video spot che invitava tutti alla fiducia proprio nella lotta alla pandemia.

Il fratello, Lorenzo, si è trasferito in Polonia da sette anni per lavoro e, per telefono, ha voluto rilasciare delle dichiarazioni "affinché Stefano venga adeguatamente ricordato". E così, con un nodo in gola e la voce debole, decide di parlare di lui.

Stefano ha studiato al Liceo Scientifico Avogadro, si era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università RomaTre ma senza finire gli studi, perché la sua vera propensione era il commercio e il settore Ho.re.ca.

Nella sua vita aveva visitato diversi paesi per conoscere e approfondire le tendenze culinarie ed era rimasto affascinato dal sushi servito nei ristoranti di Miami. Così, grazie ai risparmi e a qualche aiuto dei genitori, dopo diverse esperienze in varie strutture, aveva deciso di aprire un piccolo laboratorio per l'asporto seguendo lo stile di Miami.

Lorenzo racconta che "le cose andavano discretamente bene e da solo era riuscito a creare qualcosa di suo". Inoltre, aggiunge : "Stefano era un esempio per molti ragazzi che volevano creare una piccola Start Up. Era una persona molto buona, affettuosa, spiritosa, disponibile, affidabile. Era sempre coerente con le sue idee e accettava solo il confronto costruttivo e serio. Era amato da tutti perché era un 'gigante buono', il 'Bud Spencer' della ristorazione, un esempio a livello umano. Poi amava tanto gli animali, ma più di tutti il suo cane Kuma, chiamato come il suo Sushi Bar. Stefano era un vero leader, un aggregatore, una grande persona amata nel mondo della ristorazione e della notte".

Si fa coraggio e decide di parlare della grave perdita :"purtroppo il Covid ce lo ha portato via, una forma molto aggressiva che ha colpito anche i miei genitori da giorni anche se sembra stiano recuperando solo ora. Non essendo a Roma da anni ho dovuto organizzare il funerale di mio fratello per telefono con i miei zii Fabio e Anna che si sono rivelati, come sempre, persone magnifiche, anticipando anche le spese. Non ci sono voli a causa del Covid da qui e se mi trovassi in condizioni adeguate potrei guidare fino a Roma ma, al momento, non sono nelle condizioni psicofisiche e umane idonee per affrontare il viaggio. Ammetto di avere anche molta paura per mia moglie e le mie due bambine, di cui una di soli tre mesi, poiché in Polonia non ci sono respiratori come in Italia. Vorrei ringraziare i miei zii e gli amici di Stefano che conosco, soprattutto Adriano, Emanuele, Manfredi e Andrea per il lato umano che hanno dimostrato nell'essere di supporto ai miei genitori. Dove non sono potuto arrivare io sono arrivati loro".

Lorenzo si commuove per telefono e aggiunge: "come fratello rimpiango di non essere stato a Roma in questi ultimi due anni, di aver discusso spesso molto animatamente con Stefano perché eravamo troppo differenti. Mi dispiace non aver fatto abbastanza per lui ora. Spero solo che la malattia sia clemente e che non si porti via anche mamma e papà. Dicono che il tempo aiuti a dimenticare. Non è vero. Stefano non sarà mai dimenticato da noi e dai suoi amici, perché era unico e ineguagliabile".

Anche il cugino, Germano, ci tiene a ricordare le alte qualità umane di Stefano : "era sempre gioioso con tutti. Voleva sempre il massimo, non si accontentava delle mezze misure, si poneva sempre nuovi traguardi, nuove sfide".

Oltre alla famiglia, anche gli amici più cari non si danno pace. Come, ad esempio, Riccardo, Tiziano, Manfredi e Andrea, per i quali Stefano è stato una sorta di "fratello maggiore", sempre presente, sia nei momenti spensierati davanti ad una Coca cola Zero (la sua preferita, non poteva farne a meno) e sia nei periodi difficili della vita. Ed è proprio dai suoi amici storici che è nata l'idea di creare una raccolta fondi sulla piattaforma "GoFundMe" per mostrare vicinanza concreta alla sua famiglia.

Tantissimi sono i messaggi pubblicati sulle pagine di Instagram e di Facebook di Stefano Limongi e del suo ristorante da parte di altri amici, collaboratori, clienti e conoscenti. Tra questi, un messaggio che fa riflettere, quello di Antonio, che scrive: "che questa tristissima notizia arrivi a tutti quegli pseudo negazionisti che parlano di mancanza di libertà, di virus che colpisce anziani o che è una semplice influenza. Purtroppo Stefano se n’è andato a causa di gente ignorante del genere...che serva da lezione!". Martedì 9 marzo alle 14 si terranno i funerali presso la Chiesa di Santa Felicita e Figli Martiri a Fidene (via Don Giustino Maria Russolillo, 37).

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