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Caos iscrizioni ai licei, genitori in rivolta

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Valentina Conti
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Nella scuola scelta non c’è posto, in quella indicata come seconda ipotesi nemmeno, in quella specificata come terza idem, così centinaia di studenti finiscono per essere smistati in scuole lontano da casa, difficilmente raggiungibili, in altri quartieri di residenza, in ambienti di fatto non di preferenza. Il caos è servito negli istituti superiori romani sul tema iscrizioni.

 

 

Mamme e papà in preda al panico a causa dell’impossibilità della distribuzione delle domande in esubero alle scuole di seconda e terza scelta, che hanno raggiunto anch’esse il tetto massimo di ragazzi segnati con le prime iscrizioni. Un rompicapo - anticipato dall’allarme lanciato dall’Associazione Nazionale Presidi del Lazio intervenuta a soccorso delle famiglie - che seguita ad essere da “bollino rosso” con il termine di giovedì agli sgoccioli, giorno in cui dovranno essere smistate o accettate tutte le domande.

Situazioni del tipo: genitori che avevano chiesto di iscrivere il figlio al Liceo Morgagni, a Monteverde, che si sono visti rifiutare l’iscrizione per i posti esauriti, e optando per la seconda scelta - il Kennedy - si sono visti altresì rigettare la domanda, con la sopraggiunta comunicazione di essere dirottati altrove. Idem per chi aveva scelto il Montale e per seconda opzione il Manara, rimasto in “stand by”. Dal Colonna al Gullace all’Avogadro al Cavour, fino al Dante Alighieri, al Tasso, Mamiani, gli esempi non si contano sul palmo di mano.

 

 

La diminuzione di posti a disposizione, conseguenza dell’emergenza Covid, ha pesato non di misura. Al fianco pure della disinformazione, figlia dell’orientamento a distanza. L’ANP Lazio ha chiesto all’Ufficio scolastico regionale il supporto dell’ATP (Ambito Territoriale Provinciale), che avendo un quadro degli iscritti di tutta Roma può sapere dove ci siano posti disponibili. Un problema enorme per le secondarie di secondo grado, a cui si sommano le questioni aperte sul fronte rientro in classe.

Oggi sono partiti i test salivari nelle scuole, ma «a tre settimane dalla ritorno in presenza - traccia un bilancio Cristina Costarelli, vicepresidente dell’ANP Lazio - il nodo trasporti rimane critico in città, al pari delle connessioni internet, sul cui argomento non si intravedono interventi strutturali. Continueremo a far sentire la nostra voce nelle sedi opportune». Per le scuole, arrivare al 75% in presenza, in linea con le volontà prefettizie, è sempre più una chimera. «Mantenere almeno la forma del 50% potrebbe condurre ad una fine dell’anno accettabile per allievi e sistema scolastico», conclude Costarelli.

 

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