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Coronavirus, la Regione Lazio cambia colore e diventa arancione

Antonio Sbraga
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Lazio 1,07: Missione Zona Arancione. La prima volta della Regione Lazio in quel «mondo di mezzo» tra le zone Gialla e Rossa scatterà, appunto, da domani. «Il valore dell'indice Rt nel Lazio è superiore a 1, da domenica quindi saremo in zona arancione - ha annunciato ieri l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato - È la prima volta che la Regione cambia colore, siamo sempre stati in giallo. Ci aspettano settimane difficili, c'è una situazione di cautela dove servono rigore e prudenza».

Con un'incidenza di 374.78 casi per 100 mila abitanti, infatti, e 10.484 nuovi casi segnalati nella settimana il Lazio presenta una «valutazione d'impatto alta, un'allerta segnalata e la classificazione complessiva di rischio alta», secondo il nuovo monitoraggio settimanale stilato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Tutti gli indicatori laziali sono infatti peggiorati, proprio quelli che, secondo i criteri fissati dal Ministero per la Salute, portano dritti all'ingresso in zona arancione, ossia un'incidenza dei casi superiore ai 50 casi per 100 mila abitanti e un livello di rischio alto. Fino a ieri mattina si temeva persino l'adozione di una colorazione più severa da parte del Comitato Tecnico Scientifico, però per far scattare la zona rossa serve un indice di trasmissibilità Rt intorno all'1,2.

Mentre nel Lazio si è fermato a 1,07 sotto la media nazionale di 1,09. Anche se nell'intera Regione il cambio di colore era annunciato da settimane. Da quando sono ricomparse le file delle ambulanze davanti ai Pronto soccorso, con i mezzi «sequestrati» per ore dal blocco -barella. E con oltre 600 «pazienti in attesa di ricovero o trasferimento» ammassati negli ultimi giorni nelle astanterie delle 48 strutture d'emergenza -urgenza laziali. Perché, nonostante i modelli matematici dei virologi e le curve disegnate dagli epidemiologi, la Regione ha continuato ad inseguire l'emergenza anziché prevenirla nella seconda ondata. I complessivi 2913 posti - Covid riservati dall'ordinanza regionale del 22 ottobre, infatti, sono andati esauriti 1'11 novembre, ben 5 giorni prima del termine concesso ad Asl e aziende ospedaliere per attivare i nuovi 2397 letti ordinati con l'atto del 5 novembre. Attuato con ritardo, fino a 2 settimane, a cominciare dall'Umberto I, che solo a fine novembre ha ultimato la riconversione più massiccia, con il passaggio da 274 a 472 posti-Covid.

Tant' è che, con il nuovo anno, la Regione ha cambiato criteri, riorganizzando la rete ospedaliera «con la definizione di 5 scenari, con livello di rischio crescente definiti sulla base di range di valori dei nuovi casi positivi giornalieri a cui sono stati associate configurazioni dei posti letto». Nei giorni scorsi la Regione ha ordinato «uno stato di allerta e una fase di preparazione dello Scenario 4 nelle strutture che abbiano ridotto la disponibilità di posti letto dedicati rispetto a quelli previsti». Che dovranno essere complessivamente «4 mila ordinari più 450 di Terapia intensiva», come previsto dalla «Fase IX», nella nuova Missione in Zona Arancione.

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