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Strage di Vigna Jacobini, i familiari delle vittime sfidano il silenzio della Raggi

Mary Tagliazucchi
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Nonostante siano passati ben ventidue anni, il silenzio delle istituzioni sulla strage di Vigna Jacobini rimane assordante, anno dopo anno. Il 16 dicembre ‘rintoccheranno’ infatti, ventidue anni esatti dalla strage avvenuta nel 1998 al civico,65 nel quartiere Portuense. Alle 3.06 di quel maledetto giorno infatti - a causa del crollo improvviso di una palazzina di cinque piani - persero la vita ventisette persone tra cui sei bambini. .

Di questa immane sciagura (oltre la rabbia e il dolore dei parenti delle vittime), è rimasta solo un’immensa voragine, nascosta da un alto recinto dal quale deborda una vegetazione incolta.

L’area che in questi lunghi anni non è mai stata riqualificata versa  in un completo stato d’abbandono. Dopo le consuete ‘passerelle politiche’ avvenute ai funerali di stato e il conseguente tam tam mediatico sui media, questo  tragedia è stata dimenticata e con sé le sue vittime che vengono commemorate solo grazie alla memoria collettiva di chi, sotto quelle macerie, ha perso sorelle, genitori, nonni e figli. La perdita insensata di 27 persone è tangibile solo grazie ad una lapide dove sono trascritti i loro nomi. 

Una strage ricordata più che altro per i paradossi consumati nel corso del tempo all’interno delle aule di tribunale che, fra assoluzioni e prescrizioni, invece di consegnare risposte e giustizia hanno lasciato solo dubbi. I presunti responsabili infatti furono tutti assolti. Paradossi che, ad oggi, ancora non sono stati superati.

“Il silenzio della sindaca Virginia Raggi e della sua giunta sulla tragedia di via di Vigna Jacobini sarà ricordato come una macchia indelebile sull’operato di questa amministrazione”. Ad affermarlo – ancora una volta- il  presidente del Comitato Vittime del Portuense, l’avvocato  Francesca Silvestrini. Non a caso domani è la ‘triste vigilia’ di un triste episodio che la Capitale non scorderà mai. Domani infatti, 16 dicembre è il 22° anniversario del crollo di via di Vigna Jacobini, avvenuto nel 1998, nel quale morirono 27 persone, fra cui 6 bambini.

“Mentre si avvicina la scadenza dell’attuale consiliatura – prosegue Silvestrini – è doveroso fare un bilancio su quanto negli ultimi cinque anni è stato fatto da Roma Capitale sui dossier ereditati dalle precedenti giunte, compresi quelli che da anni attendono una risposta dal Campidoglio. Nel nostro caso la valutazione è semplice e si risolve con una bocciatura totale della giunta Raggi”. 

Il Comitato, ricorda Silvestrini, “conduce da 22 anni una battaglia finalizzata sia a non disperdere il ricordo della più grave strage verificatasi a Roma nel dopoguerra che a ottenere la giusta soddisfazione per i proprietari e gli eredi delle vittime, per i quali al dolore per la scomparsa di un familiare si è aggiunto un ingente danno economico. Speravamo che la sindaca Raggi, salita al Campidoglio al grido di ‘il vento sta cambiando’, si ponesse in discontinuità con i suoi predecessori. Non è stato così. L’iter per la ricostruzione sull’area del crollo si è impantanato nella burocrazia degli uffici capitolini, nonostante siano state presentate tutte le documentazioni previste dalla legge per ottenere permessi e pagati persino gli oneri concessori. Quanto alla Giornata cittadina della memoria il 16 dicembre, iniziativa a costo zero per il Comune, alle aperture arrivate dall’XI Municipio due anni fa, in occasione del ventennale della tragedia, non è seguito nulla, con l’unica mozione presentata in Assemblea Capitolina su cui la maggioranza si è astenuta, di fatto bocciandola”.

Il contesto della pandemia di Covid19, conclude Silvestrini, “può aver rallentato il lavoro del Campidoglio ma non giustifica l’inedia totale. Non registriamo, del resto, la stessa inattività su dossier più mainstream, come quello dello Stadio della Roma, per il quale la sindaca si spende personalmente a ogni occasione. Così sorge il sospetto che, in vista delle comunali, ci si muova solo su temi con un tornaconto elettorale più vasto. I morti, si sa, non votano…”. 

"Vogliamo esprimere vicinanza alle famiglie che hanno visto perdere i propri cari nel 1998, ma che con l'atteggiamento del 5 stelle vedo anche calpestati giustizia e dignità. Quel luogo va reso un simbolo del Municipio XI e di Roma, avevamo accolto con grande favore l'iniziativa dell'ex amministrazione municipale e comunale di acquisire quel luogo restituendolo alla collettività purtroppo a distanza di anni è sceso un silenzio assordante. Sarà un nostro impegno quello di portare avanti queste legittime istanze da parte dei familiari, del comitato e di tutto il quartiere". Così in una nota Fabrizio Santori dirigente Lega Roma e Daniele Catalano già Capogruppo Lega Municipio XI.

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