Il Covid fa festa in Regione: al rinfresco un invitato si ammala di coronavirus
Il Covid si infila alla regione Lazio e fa fessi Nicola Zingaretti e Alessio D’amato, l’eroico assessore che combatte la grande battaglia contro la pandemia. Ma dopo il governatore contagiato, adesso il virus ha preso la mira e ha colpito la direzione regionale della Centrale acquisti, quella che fa le gare, che aggiudica gli appalti e assicura grasse risate a chi vince e imprecazioni per chi perde.
Il fatto che vi raccontiamo potrebbe sembrare incredibile, increscioso, inverosimile a qualsiasi latitudine regionale. Ma il Lazio – come si sa – è un mondo a parte. Che pullula di controllori che si scordano di fare il loro mestiere.
E così può accadere che l’ultimo giorno di agosto dell’anno del Coronavirus, si organizzi una festicciola per salutare il potente direttore, Salvatore Gueci, che se ne torna al ministero dell’economia.
Salatini, coca cola e spumantini di prammatica, brindisi, “ci mancherà, direttore”, e otto giorni dopo arriva il patatrac. Di buon mattino, ieri si è materializzato nelle bacheche una lettera sindacale – a firma Cida, Csa e Direr – inoltrata al capo del personale della regione, Alessandro Bacci, e per conoscenza al segretario generale Andrea Tardiola e al capo di gabinetto di Zingaretti, Albino Ruberti.
I sindacalisti riferiscono di aver saputo di una “riunione conviviale nei locali della regione Lazio con conseguente assembramento del personale partecipante”. La riunione risale al 31 agosto, ma è di ieri la notizia che uno dei partecipanti – pare un consulente esterno – è risultato positivo al tampone per il Covid-19.
Ovviamente, l’amministrazione regionale – è la sostanza della denuncia dei sindacati – si è ben guardata dal far sapere alcunché su quanto accaduto. Il che moltiplica le voci.
Ora, però, c’è la lettera dei sindacati e la regione ha il dovere di rispondere. Anche perché si parla di Covid e ieri sera si parlava addirittura di quattro positivi e non più uno solo. E chissà se ce ne sono anche altri. Si starebbe sanificando, all’ultimo momento, solo la sala della festosa riunione – certamente abbastanza inconsueta visti i rischi che si corrono – come se nel gigantesco palazzo regionale il virus non possa salire e scendere le scale dal primo al dodicesimo piano.
Ovviamente abbiamo chiesto lumi in regione, ma tutti tacciono sul mistero degli auguri con tanto di Covid. Qualcosa in più la dice Fabrizio Santori, che è stato consigliere regionale e oggi è dirigente della Lega: “Zingaretti si atteggia ad amministratore responsabile a suon di appelli e ordinanze, ma non riesce nemmeno a tenere a bada il desiderio di baldoria dei suoi uomini nei corridoi regionali. E mentre migliaia di bambini saranno costretti a rientrare a scuola consumando la merenda al banco e senza nemmeno potersi alzare, gli 'amici' del governatore banchettano allegramente tutti insieme. Con l'aggravante della cappa di silenzio che evidentemente si è voluto far calare sull'accaduto, facendo con tutta probabilità moltiplicare i contagi e mettendo così a repentaglio la salute di dipendenti e personale regionale e delle loro famiglie, solo per coprire un comportamento irresponsabile e pericoloso”.
Va aggiunto che invece alla Pisana – dove ha sede il consiglio regionale e non la giunta - persone esterne all’amministrazione possono entrare solo in un numero non superiore a quattro per consigliere regionale e distanziate nell’arco di varie ore. Certo, non sono pensabili raduni per salutare chi se ne va, e chissà se in mascherina.
Il governatore, il segretario generale, l’assessore al personale, quello alla sanità, qualcosa dovranno dire per spiegare un episodio increscioso. Anche perché agli stessi dipendenti regionali di solito non si concede tanta libertà.
Ieri sera è stata pubblicata la nomina del nuovo direttore della centrale acquisti, Andrea Sabbadini. Altra festicciola in programma?