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Roma, una capanna anti Covid-19: così si protegge chi è in cassa

Chi è in cassa si protegge così: una capanna di plastica anti Covi-19

Valentina Conti
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“Ma come sei carina là dentro – le dicono - avete fatto proprio bene”. “Per forza!”, annuisce lei. C'è chi la saluta con la mano, la giovane cassiera, dopo aver pagato, chi si sofferma ad osservarlo da lontano quel baldacchino sfizioso, chi si avvicina e lo tocca con i guanti, chi si compiace coperto fino al collo, chi lo fotografa. In tempi di Coronavirus, la creatività lancia la sfida alla psicosi. E allora ai clienti dei Magazzini Maury's di Viale della Piramide Cestia sono sbucati fuori i sorrisi da dietro le mascherine (quelli che sono riusciti a trovarle). Entrano e si imbattono subito nella visione: la cassiera “ingabbiata”, o nella “bolla”, o in “astronave”, come scherzano alcuni. Per preservarsi dal via vai di persone nel negozio, la cassa è stata inscatolata in una capanna realizzata “ad arte”, di plastica trasparente con impressi su i disegni delle fragole. Così la ragazza che è al lavoro a battere i prezzi dei prodotti casalinghi è protetta, e la clientela, allo stesso tempo, non viene a contatto. Eccola la Roma che resiste all'emergenza COVID-19. “Era l'unico modo per proteggere la cassa. E invece del vetro abbiamo escogitato la struttura. Ci dicono tutti che è una bella invenzione, sono contenti i clienti. E noi con loro perché siamo riusciti ad industriarci dando vita a una trovata funzionale che li fa ironizzare su questo periodo assurdo”, racconta Aldo Mannarino, responsabile del punto vendita in zona Aventino. Ma come vi è venuta l'idea? “La paura della gente è tanta, è importante attenerci alle direttive istituzionali, proteggerci e proteggere. Stamattina (ieri, ndr), dopo aver visto di nuovo ieri sera il presidente Conte in tv, ho incrementato la qualità delle strisce di protezione all'ingresso per tenere la distanza di sicurezza. Ho messo quelle bianche e rosse, così sono più visibili. Come l'abbiamo chiamata la struttura? Semplicemente protezione”. In quanto tempo l'avete realizzata? “Un'oretta per assemblare la plastica, poi abbiamo messo delle cordicelle attaccate al soffitto per reggere. E' un po' come una scatola. E ha visto? C'è pure una finestrella dove poter mettere i soldi e prelevare il resto o far passare il bancomat (con l'avviso anche in lingua)”. Avete pensato proprio a tutto. La “bolla” è presente solo nel suo punto vendita Maury's? “Faccio parte del gruppo, ma sono un affiliato. L'ho ideata per i tre punti vendita che fanno riferimento a me: questo di Aventino, quello di Via Aversa e di Via Val Trompia”. L'afflusso è aumentato in questi ultimi giorni? “Viene il 40% in più di gente, chiedono le mascherine che sono arrivate e terminate di nuovo in pochissimo tempo, l'amuchina e gli altri disinfettanti che scarseggiano, l'alcol che come arriva finisce, la carta da forno e gli elastici per le mascherine fai-da-te. In tanti: anziani, mamme, ragazzi. Dobbiamo rispettare le regole. Noi ci siamo attrezzati così, con pure i cartelli a corredo sul da farsi. Perché ognuno di noi ha la responsabilità di contenere questa brutta situazione. E così è tutto chiaro, no?”.

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