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Coronavirus, ora le escort ricevono col termoscanner

Ma il settore è in calo. Stangata per le prostitute in strada, ormai rare sulla Salaria

Andrea Ossino
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Si attrezzano come possono tra termoscanner e smart working in versione sesso via web. E c'è anche chi ha eliminato le visite a domicilio, pubblicizzandosi nei siti di incontri con l'hashtag “#io resto a casa”. Nel mondo del sesso a pagamento l'offerta cerca di adattarsi, per quanto possibile, all'emergenza sanitaria. Ma è la domanda che è drasticamente crollata. I rapporti extra coniugali vivono un momento difficile. Alla paura del contagio si sommano le problematiche logistiche. Mogli in casa, scuole chiuse, controlli per le strade e spostamenti limitati. Le misure per contrastare il Covid-19 scoraggiano ogni tipo di rapporto umano. Leggi anche: Conte chiude tutto. Negozi e bar abbassano le serrande Tempi duri anche per amanti e fedigrafi. Dalla partita a calcetto con gli amici alla cena di lavoro. Gli alibi sono stati spazzati via da un decreto legge che nel tentativo di proteggere la salute pubblica, per il momento ha avuto anche il pregio di salvaguardare i matrimoni da possibili tentazioni. Difficile trovare il tempo per gli amanti. Drammatico il solo pensiero di dover elencare alle autorità, o a mogli e mariti, i propri contatti in caso di contagio. Lo spiega bene «Lory», «una bellezza tutta italiana, di 31 anni, mora e con un fisico apprezzabile». La signorina lavora da anni nel mercato del sesso e predilige «uomini italiani di buon gusto, educati e puliti, che apprezzano incontri di alto livello». «Praticamente ho smesso di lavorare - racconta - se prima facevo più di 5 incontri al giorno adesso se va bene vedo una persona». Gli amanti hanno fretta, cercano scappatelle nel tragitto che da casa percorrono per andare a lavoro e «chiedono sempre di farsi la doccia», dice invece Emily, venticinquenne dell'est Europa. Per tutelarsi e tranquillizzare anche l'utenza “Lory” ha preso provvedimenti: «All'ingresso ci sarà il controllo della temperatura con termoscanner», pubblicizza. «Misuro la febbre ai clienti», dice la donna sottolineando anche le difficoltà a pubblicizzarsi. «Ognuna fa come può. Se la prostituzione non viene legalizzata non ci sono regole per la tutela della salute. Spetta alla responsabilità dei singoli», continua. «Per tutelare la salute di tutti io e la mia amica ci rivedremo quando la situazione coronavirus si sarà tranquillizzata - dice invece Sofia - io venendo da Roma non posso muovermi», conclude con l'hashtag “#io resto a casa”. Anche i pusher che "lavorano" al Pigneto o le ragazze che occupano i marciapiedi della Capitale sono in via d'estinzione. Ma alcune schiave del sesso non conoscono orari, stagioni e neanche virus. Ieri sera tra via Salaria e via dei Prati Fiscali cinque ragazzine appena maggiorenni vendevano i loro corpi in strada. Nulla a che vedere con le decine e decine di prostitute che solitamente operano in zona. Inutile provare a parlare alle ragazze: «30 euro» è il loop con cui rispondono a qualsiasi domanda sulla loro condizione. Amanti sole, escort in crisi e schiave del sesso esposte a qualsiasi rischio. Ma in Italia si riesce sempre a scherzare: «Alla fine se il mondo va a p...ne a me va bene», chiosa “Lory” salutando con una battuta che in altri tempi avrebbe anche fatto ridere. Adesso non più.

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