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Il virus fa la marcia su Roma

Franco Bechis
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Ieri mattina hanno riaperto a Roma la chiesa si San Luigi dei Francesi, che era stata chiusa poche ore prima. Allarme eccessivo per un prete contagiato che si trova in Francia. Poche ore dopo il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti chiedeva a tutti i romani di evitare posti affollati e di mettersi in viaggio consigliando anche chi ha più di 65 anni di non uscire di casa. Cosa era accaduto? Il caso del poliziotto contagiato si sta allargando: chiuse le scuole e i corsi universitari frequentati dai figli, e in queste ore si stanno controllando 98 pazienti del pronto soccorso di Tor Vergata che avevano avuto contatti con l'agente nei giorni precedenti. Ci sono altri possibili contagiati nella Capitale, è stato portato un ammalato da Fiuggi, si stanno facendo controllare per qualche sospetto frequentatori dei palazzi della politica che non a caso da oggi irrigidisce le sue regole per l'ingresso (dopo il Senato lo ha fatto la Camera).  Per approfondire leggi anche: Il coronavirus si può prendere dallo smartphone Come era immaginabile il coronavirus ha iniziato la sua marcia su Roma, e ormai poche regioni di Italia anche al Sud possono dirsi immuni: ieri c'è stato un caso registrato anche in Sardegna. Appena arriva però chi ha le redini del comando va completamente nel pallone, e comincia a dire tutto e il contrario di tutto. E' accaduto nelle regioni del Nord, è la caratteristica che ormai ha contrassegnato palazzo Chigi e il suo principale inquilino, il contagio intellettuale non sembra risparmiare le altre autorità della capitale. Un giorno minimizzano, l'altro tremano. Un giorno chiudono tutto per paura, poi alla prima protesta di chi dice che si perdono soldi e così va a ramengo l'economia si riapre come nulla fosse. Che può pensare uno qualsiasi dei cittadini amministrati da tanta pazzia? Se va fuori di testa chi deve prendere decisioni, figurarsi chi le deve subire e sente davvero di tutto. Non uno dei politici che faccia un passo indietro, scelga un esperto di virus da mettere in prima linea e fare parlare e semplicemente poi segua le sue indicazioni con i provvedimenti necessari. Hanno tutti una voglia di protagonismo che è il vero ventre molle di questa crisi sanitaria. Irresponsabili come quel Pd che pochi giorni prima di sapere quanti contagi c'erano, ha lanciato per motivi politici (e contro Matteo Salvini) la sua campagna “abbraccia un cinese” a Lodi e dintorni, portando tutti a mangiare a prezzo politico nei ristoranti cantonesi della provincia. Ma è più forte di loro: ieri ha fatto la scelta non proprio geniale il sindaco di Firenze, Dario Nardella, riaprendo i musei e favorendo quindi i contagi ravvicinati. Si è preso pure il sarcasmo (sacrosanto) di Roberto Burioni, per cui fino a qualche mese fa faceva l'agit prop. Siamo nel pieno marasma delle decisioni: il governo decreta la distanza minima di un metro fra cittadini, il calcio chiude e poi riapre gli stadi. I cinema chiusi ora provano a riaprire, i convegni si fermano e poi ripartono. In base a che? Fermatevi, fate una scelta. E poi mantenetela una buona volta.

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