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Lettera dei cinesi agli amici italiani: il Coronavirus non ci divida

Maria Grazia Coletti
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“L'amicizia tra Italia e Cina messa a repentaglio dal nuovo Coronavirus. Non etichettiamolo come cinese, i virus non hanno nazionalità, né fede religiosa o colore politico, e restiamo uniti”.  Lettera dei cinesi agli amici italiani. A scriverla è la presidente dell'Associazione Silk Council, Lifang Dong, imprenditrice e avvocato di 41 anni conosciuta come Anna a Roma, la città dove vive e lavora.  “Care amiche, cari amici italiani, questo è un momento delicato che va affrontato insieme con umanità, solidarietà e buon senso” si rivolge così ai nostri connazionali l'imprenditrice della seta, che dopo aver espresso “solidarietà e vicinanza a tutte le persone colpite dal coronavirus 2019-ncov e ai loro familiari” entra nel merito, offrendo spunti di riflessione per evitare il rischio di fratture tra gli italiani e i 300mila cinesi che vivono nel nostro Paese, di cui 20mila nella sola Capitale.  “Tutta la comunità internazionale si è attivata tempestivamente e con spirito di leale collaborazione per far fronte a questa crisi sanitaria – sottolinea -. Lo stesso Governo Cinese sta mettendo in campo le sue migliori risorse per risolvere tale difficile momento. La situazione è sotto controllo e siamo fiduciosi”.  Nonostante ciò, continua, “ho appreso con rammarico degli episodi di razzismo e discriminazione che si sono verificati verso membri della comunità cinese residente in Italia ed in particolar modo di quelli avvenuti nelle scuole. Sono inoltre molto dispiaciuta per il modo in cui una parte dei mezzi di comunicazione sta influenzando l'opinione pubblica, diffondendo notizie inesatte ed etichettando il Coronavirus come “virus cinese”. Questi appellativi feriscono i sentimenti di tanti cittadini cinesi residenti in Italia, così come di altrettanti cittadini italiani, come me, di origine cinese, che contribuiscono da sempre al ruolo di “ponte” tra l'Italia e la Cina. Purtroppo questi episodi non si sono verificati solo in Italia, ma anche in altri paesi europei. I virus non hanno nazionalità, né colore della pelle, né fede religiosa o credo politico. Tali atteggiamenti discriminatori andrebbero evitati, poiché producono il solo risultato di creare barriere alla lunga amicizia tra l'Italia e la Cina, nonché causare gravi ripercussioni socio-economiche a danno di tutti”.  “In Italia vivono oltre 300.000 cinesi, che studiano e lavorano nel nostro Paese. Anche in Cina si sono stabiliti migliaia di italiani per motivi di studio, lavoro e incluso familiari. I “nuovi italiani” di origine cinese di seconda, terza e quarta generazione sono nati qui e sono ben integrati nel nuovo tessuto multietnico italiano. Il 2020 è l'anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche e il decimo anniversario degli scambi culturali tra i nostri due Paesi. L'amicizia tra Italia e Cina oggi è messa a repentaglio da questa terribile emergenza del Coronavirus, ma proprio nei momenti di difficoltà bisogna restare uniti ed affrontare insieme tale situazione con costruttività e propositività, senza diffondere allarmismi o alimentare la paura di ciò che non si conosce”.  In questo momento difficile, anche Silk Council desidera dare il proprio contributo, così come sta facendo tutta la comunità cinese nel mondo. Visitando il sito https://www.silkcouncil.org/love-china è possibile fare una donazione, un Vostro piccolo gesto di amore verso chi soffre in Cina. Il ricavato sarà devoluto per l'acquisto di mascherine ed altri materiali sanitari da inviare in Cina a sostegno delle città colpite da questa emergenza, tra cui il mio paese natale, Wenzhou da cui provengono la maggior parte dei cinesi che vivono in Europa.  La lettera termina con un ringraziamento. “Vi ringrazio di cuore per il prezioso sostegno. Con l'augurio di superare presto questo momento difficile”. Firmato: Avv. Lifang Dong, presidente dell'Associazione Silk Council

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