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Coronavirus, paura sulla nave a Civitavecchia: settemila bloccati ma è falso allarme

Bloccata una nave da crociera nel porto di Civitavecchia per due casi sospetti a bordo ma i test sono negativi

Silvia Sfregola
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Cresce nel mondo il numero dei casi di persone contagiate da coronavirus e ancora di più la paura. In Italia, dove finora non si sono registrati pazienti colpiti dal virus di Wuhan ma solo falsi allarmi, l'allerta è altissima e settemila persone sono rimaste bloccate un giorno e una notte a bordo di una nave da crociera nel porto di Civitavecchia proprio a causa di due casi sospetti, risultati poi negativi. L'emergenza è scattata giovedì, di primo mattino, quando una coppia di cittadini di Macao, in vacanza sulla nave Costa, ha accusato febbre e tosse. Immediata la chiamata del medico di bordo alla Asl che, come da protocollo, ha inviato sul posto il personale sanitario dell'Istituto Spallanzani di Roma, referente nazionale del Ministero per i controlli sul coronavirus. Per approfondire leggi anche: Si sente male, turista cinese ricoverato a Roma Poco prima delle 20 è arrivata dai sanitari la certezza sul fatto che il malanno dei due croceristi fosse solo una banale influenza, ma per l'intera giornata, e la notte di giovedì, i circa settemila tra passeggeri e membri dello staff sono rimasti a bordo senza poter scendere. Fermi a Civitavecchia, ma a terra, anche i mille clienti che sarebbero dovuti salpare e che Costa ha sistemato in albergo. Dieci ore di attesa nelle quali si è consumato anche uno scontro tra capitaneria di porto e Comune di Civitavecchia quando, dopo i primi risultati «rassicuranti» arrivati dallo Spallanzani, è stato autorizzato lo sbarco di 1143 persone, subito bloccato dal sindaco Ernesto Tedesco, in attesa dei risultati definitivi. Sulla è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, assicurando che «l'Italia ha adottato una linea di misure cautelative che attualmente è la più efficace in Europa e addirittura a livello internazionale». «I cittadini italiani devono stare sereni e tranquilli - ha sottolineato - che stiamo affrontando con la massima responsabilità ogni aspetto». Intanto è stato posticipato il rientro dei settanta italiani presenti a Wuhan di cui si sta occupando l'Unità di crisi della Farnesina e, nonostante i tentativi delle istituzioni di rassicurare il Paese, la paura pare prendere il sopravvento, mentre si moltiplicano i casi di persone che chiamano i sanitari e il call center dedicato del Ministero nel timore, quasi sempre infondato, di esser stati infettati. Per approfondire leggi anche: Clamoroso in farmacia: la mascherina contro l'epidemia viene da Wuhan

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